La
pietra ha costituito praticamente l'unico materiale da costruzione usato
in quella zona perché è di facile reperibilità, è
in quantità abbondante, è versatile e durevole nel tempo,
ed è anche la più economica.
Sono di pietra, infatti, non solo i muretti a secco di pietra squadrata
a sostegno dei terrazzamenti per le colture sul fianco della montagna,
ma anche le case e le loro parti strutturali (come murature, coperture,
colonne, architravi, mensole, scalini) e quelle decorative e di finitura
( i parapetti delle scale e dei balconi, pavimenti, comignoli, recinzioni
e balaustre nei giardini).
Ci sono interi paesi, o sperdute frazioni sulle pendici montuose
dell'Alto Mugello che sono interamente di pietra, dal lastricato delle
vie fino ai comignoli sui tetti delle case, come Scheggianico, Tirli,
Castiglioncello, Rapezzo, S. Pellegrino, Piancaldoli, Coniale, Caburaccia
e Cerreta: in essi è facile scoprire, particolari di squisita
fattura, raffinate finiture e soluzioni funzionali, che ci parlano dei
lunghi giorni passati dallo scalpellino a lavorare con amore e maestria.
Di pietra sono anche molti elementi di arredo e di uso, come caminetti,
tavoli, sedili, statue e fontane, ciotole, vasi, mortai; o come arnesi
o parti di strumenti di lavoro: le mole dei coltellinai, i pesi delle
bilance, le macine dei frantoi.
Con
il tempo, all'iniziale produzione di semplici pezzi di serie se n'è
affiancata un'altra , sempre più raffinata e artistica , dedita
alla creazione di cornici e ornati; vere e proprie sculture negli stemmi
posti sulle facciate delle case gentilizie, o nei fregi in basso rilievo
e nei disegni geometrici di decoro in tutta la vasta gamma della scultura
sacra.
Ogni tagliatore, sia che si trattasse di un ignoto scalpellino o
di un noto scultore, aveva un marchio personale (normalmente una lettera
dell'alfabeto o la figura stilizzata di un arnese) che riportava in ogni
pietra su cui aveva operato. I maestri cavatori sapevano distinguere a
occhio nudo gli strati di pietra più buona, chiamata "pietra
serena", da quella mediocre.
Oggi gli scalpellini che ormai si chiamano "cavatori" (l'attenzione
si è spostata sulla prima fase della loro attività, la seconda essendo
ormai svolta spesso altrove), che operano nella zona di Firenzuola sono
una ventina , e si sono riuniti in consorzio (COPSER Consorzio Cavatori
Pietra Serena). Alcuni fra loro lavorano artisticamente la pietra
producendo pregevoli pezzi di arredo quali caminetti, panche, ecc. Anche
in altre parti del territorio si trovano scalpellini: ad esempio a Marradi,
a San Bavello nel comune di S. Godenzo e a Santa Brigida nel comune di
Pontassieve.
Picture by Kee-Ho Casati
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