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Diosperi agli amaretti in coppa

  • 4 diosperi (kaki) grossi e maturi, privati di pellolina e noccioli
  • 5-6 amaretti (biscotti) tritati grossolanamente
  • un frullato di:
    due scorzettedi arancio (il giallo)
    un cucchiaino di cacao amaro
    3 cucchiai di amaretto (liquore)
    un bucchierino di marsala secco
    un cucchiaio di zucchero
    una puntina di cucchiaino di cannella in polvere
Una volta privati di pelloline e noccioli, schiacciare con una forchetta i diosperi e farne una polpa omogenea. Aggiungere il frullato che, liquidi e solidi completamente disintegrati, avrete avuto cura di far completamente amalgamare, quindi mettere un po' in frigo a freddare (1h ca). Al tempo, distribuire in quattro coppe da macedonia, ricoprire degli amaretti tritati, servire. Questi diosperi si accompagnano bene con un buon marsala secco, ma anche con vinsanto secco, purché sia di quello "vero".
Ormai i kaki (Diospirus kaki) sono un frutto poco considerato. Tanto che, una volta maturati e non colti, vengono lasciati cadere a marcire per terra. Eppure sono di sapore graditissimo e come in questa preparazione facilissimi a predisporre.
Personali nostalgie d'infanzia ci spingono a riproporli, con il pensiero che ci riporta a quando con un diospero, a merenda, si mangiava una grossa fetta di pane, e con grande soddisfazione per un sapore così pieno e caratteristico. Allora in terra, a marcire, ne venivano lasciati cadere pochi; mani desiderose, e non sempre quelle dei legittimi propretari, provvedevano a coglierli prima.
L'idea di questa preparazione la dobbiamo a "La Cucina italiana" (un numero di alcuni anni fa, quando le sue ricette erano un po' meno infarcite di "panna" di quelle di ora ed era per noi un sicuro punto di riferimento teorico e pratico), unica pubblicazione "culinaria" che, nonostante certe riserve, continua a rimanere nelle nostre "grazie". La elaborazione "pro domo nostra" invece è di Matteo (Alessi "il giovane") stimolato però, come detto, dalle nostalgie di Giuseppe (Alessi- eh, sì - il "vecchio"). Ci è sembrato il modo migliore per rinverdire una tradizione, per non far cadere definitivamente l'apprezzamento per una cosa "comune" sì, alla portata di tutti in stagione, ma veramente eccellente che invece le odierne strategie di marketing, relativamente la valorizzazione commerciale dei prodotti, che puntano sull'esotico e sul raro, stanno facendo perdere.
Meditate gente, meditate ... : "le cose nelle quali ogni giorno si imbattono a essi appaiono estranee .. Che intelletto essi hanno? E hanno senno? Credono ai cantori di piazza ..." Ebbe a dire Eraclito, ben 2500 anni fa!

Una ricetta di Giuseppe Alessi
Fotografia di Kee-Ho Casati


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