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La mucca pisana è il risultato di un incrocio tra la mucca podolica
locale (che ha caratteri intermedi tra la maremmana e la pontremolese),
la chianina e la bruno alpina. Ha il manto color castoro con una riga
rossiccia sul dorso. I maschi hanno il collo corto e grosso, con un’ampia
giogaia.La carne, dal sapore marcato, è tenera e di colore rosso
chiaro negli esemplari più giovani, compatta e più scura
in quelli di 18-20 mesi.
L’allevamento della mucca pisana segue generalmente le tecniche
tradizionali. L’alta adattabilità della razza ai regimi alimentari
poveri consente di ottenere buoni risultati con l’allevamento di
tipo semibrado.
La mucca pisana si alleva nella zona di Pisa, Lucca e Livorno sin dal
Cinquecento. La qualità della sua carne, garantita da severi controlli
da parte dell’Ente Parco, deriva dalla tecnica di allevamento e
dalla cura nell’alimentazione.
La mucca pisana negli anni settanta aveva raggiunto il minimo storico
di 60 capi, essendo una razza da lavoro, infatti, con la meccanizzazione
era venuto meno l’interesse ad allevarla.Negli ultimi venti anni
c’è stato un recupero di questa razza; i capi attualmente
allevati sono 263 distribuiti in 21 aziende, anche al di fuori dell’area
del Parco, nella provincia di Pisa, soprattutto, ma anche di Lucca e Livorno.
L’unico utilizzo, per ora è quello riproduttivo, non risulta
significativa la vendita della carne.
Territorio interessato alla produzione |
Province di Pisa, Lucca e Livorno. |
Produzione in atto |
Attiva. |
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