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Fagiolo piccolo di forma irregolare e lievemente tondeggiante con buccia
sottile.
Si semina a fine aprile; la pianta è ad accrescimento semideterminato-indeterminato,
con fiori bianchi e molto sensibile alla ruggine; risente delle alte temperature
in fase di allegagione. Non richiede terreni fertili, la sua produttività
è media, la produzione avviene in 4-5 palchi.
Veniva seminato in passato consociato con la saggina o il mais; per
il consumo viene utilizzato secco. A causa della sua forma di scarsa bellezza
(piccola e irregolare) è limitato per lo più al circuito
familiare, ma è considerato da molti il fagiolo più buono.La
buccia è molto sottile e la cottura abbastanza veloce; ad un esame
visivo dopo la cottura potrebbe essere scambiato per lo zolfino (la forma
è simile, solo lievemente meno rotonda e il liquido di cottura
chiaro senza legumi disfatti), mentre ad un esame gustativo si differenzia
per l’assenza di quella punta di dolce che caratterizza invece lo
zolfino; il sapore è intenso e delicato al tempo stesso.Per il
seme vengono lasciate le piante più belle e con un bel tralcio.Le
preparazioni tipiche sono all’olio e all’uccelletto.
Sono state rilevate tre aziende produttrici per un quantitativo complessivo
di circa 5 q l’anno di fagioli. A questa quantità si deve
sommare quella prodotta da alcuni hobbisti che destinano il prodotto totalmente
all’autoconsumo.
Territorio interessato alla produzione |
Valdarno fiorentino e aretino, province
di Arezzo e Firenze. |
Produzione in atto |
Attiva. |
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