Erano così dette a Barberino le budella di agnello, di maiale
o di vitello di latte. Erano però un piatto comune a tutta la vallata,
che non gettava via all'epoca quello che era considerato uno dei pasti
migliori dell'annata.
Le budella si aprivano e si lavavano con molta acqua, poi potevano essere
utilizzate fritte o rosolate in padella. Budelline fritte: si puliscono
molto bene, aprendole e lavandole con molta acqua, poi si scottano, si
tagliano a pezzi di circa 10 cm. e si fanno a nodino. Si infarinano, poi
si passano nell'uovo sbattuto con sale e un pizzico di pepe e si friggono
in abbondante olio.
Frittata di budelline: quando le budelline sono ben pulite, si scottano
e si fanno rosolare lentamente nel burro, si aggiunge un po' di olio e
si ricoprono con uova sbattute, con sale e un pizzico di pepe. Si cuoce
la frittata da entrambe le parti e si serve caldissima.
Testo di Tebaldo Lorini
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