Piatto usato durante l'inverno nella zona di Vicchio. Per la sera a
veglia si facevano grandi quantità di bruciate, che si consumavano
con bevute d'acquerello, tra le chiacchiere e le storie che i vecchi raccontavano
ai ragazzi. Fantastiche storie di morti e fantasmi di morti impiccati
che non stavano sotto terra, di streghe che con i loro malocchi rendevano
belle fanciulle e paffuti bambini simili a lumicini.
Quando queste bruciate avanzavano, il giorno dopo non venivano gettate
via anche se non erano quasi più commestibili, fredde e rinsecchite,
ma venivano sbucciate, spezzettate e messe nella minestra di pane, che
veniva poi ribollita. Aumentava il piatto e lo si arricchiva di un nuovo
sapore. Anche oggi lo possiamo realizzare ed offrire sicuri. Un gusto
carico di ricordi medioevali.
Testo di Tebaldo Lorini
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