Ogni
domenica di Pasqua, di fronte al Duomo di Firenze, ha luogo una delle
cerimonie più antiche e suggestive della città: lo scoppio
del Carro, a cui prendono parte migliaia di persone.
Si pensa che la cerimonia abbia un certo legame con il culto del fuoco
che dalle antiche culture pagane, passò a quelle cristiane.
Da tempi antichissimi a Firenze si usava accendere un cero benedetto
che, dalla chiesa di Santa Maria Sopra Porta veniva portato in
processione al Battistero.
Dall' 850, per volere del Papa Leone IV, il Sabato Santo vennero
distribuite a tutti i fedeli le fiaccole accese.
Alla prima crociata, voluta dal Papa Urbano II, partecipò
il valoroso Pazzino de' Pazzi, il quale, dopo la conquista di Gerusalemme,
ritornò a Firenze portando come reliquia, delle schegge
di pietra del Santo Sepolcro, con le quali, da allora, si accende
il cero benedetto che dà il via alla cerimonia religiosa.
I Pazzi hanno provveduto per secoli all'accensione del
Santo Fuoco pasquale ed alla successiva gestione del Carro, fino
alla metà del 1800, quando si estinse il ramo diretto
della famiglia. Da allora, della gestione del Carro e della
Manifestazione si occupa il Comune di Firenze.
Non si conosce la data precisa della nascita del Carro,
detto dai fiorentini "i' Brindellone" per la sua mole
a forma di torre, ma si sa che originariamente portava un grande
vaso contenente tizzoni accesi per la distribuzione ai fedeli, che
avveniva davanti al Duomo. Di ciò si ha notizia certa dalla
fine del '400 e si sa che dalla fine del secolo successivo fosse adornato
da girandole e fuochi artificiali.
Sempre nel '500 fu inserita nella manifestazione la Colombina.
Nel 1765 la famiglia Pazzi fornì alla città
un nuovo Carro, in quanto il precedente fu distrutto alla fine
del '600.
Anche nel terzo millennio, al mattino della Domenica di Pasqua,
il Carro, trainato di una coppia di candidi buoi, arriva
in Piazza del Duomo insieme ad un vivace corteo di tradizionali
figuranti in costume, trombettieri e sbandieratori.
Alle 12 esatte avviene lo "scoppio", che segue la cerimonia
iniziata alcune ore prima nella chiesa dei SS. Apostoli, dove il
sacerdote prende le antiche pietre portate dal Pazzino de' Pazzi
e le sfrega tra loro fino a farne scaturire la scintilla che accenderà
il cero pasquale, il quale a sua volta incendierà i carboni
sistemati nell'apposito "porta fuoco".
Questi carboni verranno poi consegnati all'Arcivescovo,
che celebra la Messa solenne sull'altare maggiore della Cattedrale,
dalle autorità cittadine.
Al momento del Gloria, l'Arcivescovo accende la miccia di un razzo,
perfettamente celato nelle sembianze di una colomba bianca,
il quale scorrendo lungo un cavo d'acciaio, attraversa tutta la
Cattedrale, uscendo nella Piazza, e scontrandosi finalmente con il
Carro, il quale esploderà in tutto il suo splendore, rilasciando
nuvole di fumo tra girandole e mortaretti.
Se il tragitto della Colombina avrà qualche intoppo
e non sarà perfetto, secondo leggenda popolare, il raccolto
sarà scarso.
Per garantire lo spettacolo, dentro al Carro è nascosto
un vigile del fuoco, che a dispetto degli intoppi della Colombina,
darà lui fuoco alla miccia del primo mortaretto.
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