E'
questa l'escursione invernale più frequentata del Casentino. Non
va, comunque, assolutamente sottovalutata. Anche se le quote non sono
elevatissime (Poggio Scali 1520 m), questo tratto appenninico assume spesso
la severità dell'alta montagna. Da segnalare che la neve giunge
frequentemente trasportata da forti venti che causano accumuli anche di
alcuni metri e rendono più difficoltoso il percorso (oltre che
difficilmente rintracciabile). Particolare attenzione, in caso di forti
nevicate, va posta sull'esile tratto di crinale tra Poggio Pian Tombesi
e Poggio Scali. In condizioni ideali, comunque, il percorso è sicuramente
uno dei più suggestivi di tutto l'Appennino Tosco Emiliano.
Dal Passo della Calla si imbocca, sulla sinistra per chi proviene da Forlì
(dalla parte opposta rispetto alla strada asfaltata per il Rifugio La
Burraia), una stretta stradella sterrata chiusa da sbarra che sale subito
decisa verso il Poggione. Guadagnata rapidamente quota, la via si dipana
nel bosco tranquillamente, seguendo quasi fedelmente il crinale e procedendo
con un facile percorso altalenante. Raggiunto Poggio Pian Tombesi e superata
una zona caratterizzata da grossi massi, si percorre un tratto di circa
50 metri in cui la via si sviluppa su uno stretto crinale (fare attenzione
a sinistra). Quindi si prosegue su un più comodo tracciato arrivando
sotto Poggio Scali, massima elevazione di questo tratto appenninico. A
questo punto si può proseguire su crinale e raggiungere la vetta
del monte, oppure seguire lo stradello (che però, in questo tratto
spesso scompare) che aggira sulla destra Poggio Scali ritornando poi subito
sul crinale. Da qui la via si sviluppa prevalentemente in discesa (un
primo tratto abbastanza ripido) giungendo ad un largo spiazzo dove a sinistra
si trova la Fonte del Porcareccio. Ora la pista si allarga e, dopo un
altro tratto in netta discesa (al termine di questo vi è, sulla
destra, un piccolo rifugio in legno seminascosto e sempre aperto) diviene
assai facile da percorrere, attraversando anche alcuni larghi prati (Prato
al Soglio e Prato Bertone) e giungendo, dopo un ultimo tratto in forte
discesa, ad una sbarra. Qui si trascura la via di destra e quella di sinistra,
proseguendo dritti sulla pista principale che rapidamente porta a Prato
alla Penna (piccolo rifugio in legno sempre aperto), dove transita la
strada Badia Prataglia-Camaldoli, in inverno pista da fondo saltuariamente
battuta. Su questa si piega a destra, seguendo le tracce della pista e
raggiungendo velocemente l'Eremo di Camaldoli. Il ritorno può avvenire
sulla via dell'andata, ma più interessante e rapido è imboccare,
dietro l'Eremo, il sentiero n. 16 (segnavia bianco/verdi) che sale faticosamente
in mezzo a grandi esemplari di abete bianco (percorso però consigliabile
a buoni sciatori per la ripidezza della via). Questo in poco più
di 1 km raggiunge il crinale in prossimità di Prato Bertone. Da
qui, seguendo la via dell'andata, si ritorna al Passo della Calla.
Lunghezza |
20 km (A/R) |
Dislivello |
820 m |
Tempo |
6/7 ore |
Difficoltà |
Media difficoltà |
Cartografia esistente |
Multigraphic 1:25.000 n. 33-35 |
Periodo consigliato |
dicembre/marzo |
Punti d'appoggio |
Foresteria dell'Eremo, tel. 0575 556013 |
Accesso |
Il Passo della Calla è raggiungibile
da Arezzo seguendo prima la Statale n. 71 in direzione Bibbiena e
poi la Statale n. 310 per Stia e Passo della Calla. Da Forlì
è invece sufficiente seguire la Statale n. 310 per Galeata,
S. Sofia, Passo della Calla. |
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