La
nascita della Via Vandelli è connessa ad un matrimonio: quello di
Ercole Rinaldo d'Este con Maria Teresa Cybo. Ducato di Modena e Principato
di Massa divennero così uno stesso territorio, al cui interno la
necessaria circolazione di uomini e merci era però ostacolata in
modo drastico dalla conformazione geografica. Per viaggiare infatti su strade
confortevoli, da Modena al finalmente ottenuto sbocco sul mare, si dovevano
traversare ben tre Stati stranieri: Granducato di Toscana, Ducato di Parma,
Stati Sardi.
L'altra possibilità, immune da sconfinamenti nell'altrui, consisteva
nell'avventurarsi su sentieri e mulattiere malagevoli che da secoli scavalcavano
gli Appennini e le Apuane. Da qui la volontà del Duca di realizzare
invece una sola grande arteria "aperta e ridotta in uno stato così
lodevole, che per essa vi transitino incessantemente e con sicurezza tutti
i vetturali con mercanzie". In grado quindi di soddisfare le nuove
e sempre crescenti esigenze del commercio, nonché quelle di carattere
militare: lungo un itinerario che da Massa, per il Passo della Tambura (oggetto
del nostro itinerario), scendeva a Castelnuovo Garfagnana e da qui, superato
il Passo di San Pellegrino, si concludeva a Modena.
In paese poi, a Resceto, non é difficile ritrovare schegge narrative
connesse alla Vandelli: un intervento moderno, programmato e tecnico, che
tuttavia, proprio in virtù della sua storia e dimensione eccezionale,
si é incrociato con il patrimonio folklorico locale, di leggende
e credenze.
Nella razionalità delle "cordonature" e delle "muraglie"
trovano infatti nuova cornice ambientale i soliti noti della fabulazione
popolare, come nella leggenda "Il vecchio e l'agnello", raccolta
da A.C. Ambrosi, tessuta attorno al ruolo importante delle tante immagini
devozionali, le "Maestà", disseminate lungo la strada.
In fondo nella Vandelli si può individuare un interessante e concreto
paradigma del rapporto natura/cultura e dell'oscillare, storico, delle
varie e contrastanti modalità di percepirlo. Dalle relazioni degli
ingegneri e ispettori ducali che si muovevano in queste valli traspare
un'angoscia in bianco e nero, una valutazione della wilderness apuana
quale nemico pericoloso e ferino, da domare e trasformare. Per noi ora,
nell'epoca del mondo-parco, la valle di Resceto é oasi gratificante
di quiete, a colori patinati, e la Vandelli é diventata un bene
culturale armonizzato con la natura: il tempo ha canonizzato, più
che perdonato, anche lo squarcio aperto dalla dinamite del Duca per rendere
transitabile il Passo della Tambura.
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