Prima
del medioevo sul crinale della Calvana era quasi completamente assente
ogni forma di insediamento permanente. Fu nel periodo medievale che si
cominciò a vedere sorgere anche sui più alti versanti della
dorsale piccoli nuclei abitati, collegati inizialmente da una viabilità
minore, con funzione di semplice raccordo con il fondovalle. Il forte
impulso alla costruzione di più larghe e durevoli piste con funzione
non più di raccordo ma di attraversamento si ebbe quando tutta
la zona passò sotto il controllo della potente famiglia feudataria
degli Alberti. Questi, infatti, avevano l'esigenza di collegare i loro
possedimenti in Val Bisenzio con quelli del Mugello occidentale e quindi
di potenziare la preesistente viabilità. In particolare furono
risistemate due vie che da Prato, attraversando la Calvana, portavano
alle Croci di Calenzano e da qui nel Mugello. La prima, la Via di Valibona,
per la valle del Rio Buti, la seconda, la Via di Cavagliano, per il Poggio
Camerella. I due tracciati si sono ben conservati e per lunghi tratti
è ancora visibile la selciatura originaria e molte delle antiche
opere che ne consentivano la percorribilità anche con i carri.
In particolare le storiche modalità costruttive della Via di Valibona
sono visibili lungo la Valle del Rio Buti, dove la strada è sostenuta
da potenti muri e ancora per lunghi tratti selciata.
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