Marradi è raggiungibile in auto. Da Firenze o da Faenza tramite
la Statale n. 302 della Colla di Casaglia. La cittadina è raggiungibile,
sempre da Firenze e Faenza, anche in treno utilizzando la Faentina, bellissimo
tracciato ferroviario che tocca alcune delle più importanti località
montane del Mugello e della Romagna Toscana.
Marradi, paese natale di Dino Campana, è uno dei centri più
importanti della Romagna Toscana, cioè di quel fazzoletto di montuosa
terra dove si respira aria di Romagna in terra fiorentina. L'itinerario
proposto si snoda inizialmente lungo la valle di Campigno, attraversata
spesso da Campana sull'antica mulattiera che oggi corrisponde per lunghi
tratti alla stradella asfaltata che collega Biforco a Campigno. Quest'ultima,
scarsamente trafficata e molto interessante, può essere percorsa
anche in auto, iniziando quindi l'itinerario da Campigno. Dal paese prende
il via il tratto più escursionistico, con la salita alle Case Monte
Filetto e Le Fosse.
Da Marradi si percorre inizialmente la Statale n. 302 in direzione Firenze,
lungo la quale "in alto sulle cuspidi di un triangolo desolato si
illumina il castello, più alto e più lontano". Raggiunto
velocemente Biforco si prende a sinistra per Campigno, iniziando a percorrere
la stradella asfaltata che si addentra sempre più nella valle.
Lungo questa "le rocce ed il fiume", come ricorda Campana, giocano
un ruolo da protagonisti, le rocce in "strati su strati, monumenti
di tenacia solitaria che consolano il cuore degli uomini", il fiume
perché "Per rendere il paesaggio, il paese vergine che il
fiume docile a valle solo riempie del suo rumore di tremiti freschi, non
basta la pittura, ci vuole l'acqua, l'elemento stesso, la melodia docile
dell'acqua che si stende tra le forre dell'ampia rovina del suo letto,
che dolce come l'antica voce dei venti incalza verso le valli in curve
regali: poiché essa è qui veramente la regina del paesaggio".
Raggiunto Campigno si prosegue ancora sull'asfalto in direzione di Farfareta
e, poco prima del piccolo centro contadino, si piega a destra lungo una
serrata chiusa dalle auto da divieto di accesso. Si scende tranquillamente
fino a giungere sulle sponde del torrente Campigno che si supera su una
passerella metallica. Raggiunta la sponda sinistra del corso d'acqua si
transita davanti ad un grande caseggiato e quindi si prosegue sulla via
principale che, in netta salita, prende rapidamente quota rispetto alla
valle. La prima casa che si incontra, Gattolete, è collocata al
margine di un grande e aperto prato, da cui è possibile spaziare
con lo sguardo sulla sottostante vallata dove appare, con la "povertà
delle sue casupole", Campigno. A Gattolete si trascura una via minore
sulla destra per proseguire a sinistra sulla sterrata che sale fino ad
un sassoso costone. Qui si piega nettamente a destra, continuando a salire
(trascurare la via che scende) ed inoltrandosi nel bosco. Effettuato un
ampio semicerchio, si giunge in una zona aperta, sulla quale in genere
pascolano alcuni cavalli. Qui, semi nascoste dall'invadente vegetazione,
sorgono i ruderi delle Case di Monte Filetto, località ormai stravolta
dall'abbandono. Proseguendo ancora sulla via principale si rientra nel
bosco, lussureggiante di frondosi faggi, e si riprende la lenta ascesa
lungo la riva sinistra di un torrente, ascesa che precede l'arrivo a Le
Fosse. Qui, in un solitario ambiente montano, appare l'antico nucleo abitato
che, in questo caso, ha mantenuto intatta la struttura originaria. Struttura,
peraltro, tipica degli insediamenti sparsi di questo angolo di Appennino.
Qui si trova l'acacia "albero caro alla notte" che sa "profilarsi
come un chimerico fumo" e il noce , che si trova "davanti alla
finestra della mia stanza. Di notte sembra raccogliere tutta l'ombra e
curvare le cupe foglie canore come una messe di canti sul tronco rotondo
lattiginoso quasi umano"
Da Le Fosse non resta che tornare indietro utilizzando il percorso dell'andata.
Tempo |
da Marradi 6 ore, da Campigno 3 ore |
Dislivello |
da Marradi 620 m, da Campigno 330 m |
Cartografia |
Multigraphic 1:25.000 n. 25-28 |
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