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Trekking e MTB

 

 
 

Da Bibbiena alla Verna, per la vecchia strada provinciale

Sui sentieri di Dino Campana

Accesso: Bibbiena è raggiungibile in auto da Firenze tramite la Statale n. 70 del Passo della Consuma e da Arezzo tramite la Statale n. 71 del Passo dei Mandrioli. La cittadina è raggiungibile anche in treno essendo stazione ferroviaria lungo la linea Arezzo-Pratovecchio-Stia. L'esatto punto di partenza dell'itinerario è collocato sulla Strada Statale n.71 nei pressi della località Corsalone. Qui, proprio lungo la sponda destra del torrente Corsalone, corre la via sterrata che viene utilizzata dall'itinerario proposto.
L'itinerario è storico sotto tutti i punti di vista. Infatti si svolge completamente lungo l'antica strada che da Bibbiena saliva alla Verna e che rappresentava, fino a 60 anni fa, la migliore via di collegamento tra la vallata casentinese e l'Eremo francescano. Per questo è anche la via che, probabilmente, utilizzò Campana per salire al Santuario dopo essere disceso nel fondovalle aretino, ed esattamente a Stia (vedere itinerario n.3). Molte immagini panoramiche lungo il percorso ricordano, infatti, i versi del poeta toscano.
Superato un cancello arancione, sempre aperto, si cammina tranquillamente lungo la sterrata che, in piano, si dirige verso Campi. Il percorso da seguire è reso particolarmente evidente dai frequenti segnali bianco/rossi del sentiero n.043 CAI. Confluiti poco dopo su una sconnessa lingua di asfalto, la si segue a destra raggiungendo velocemente le poche case di Campi sparse nel fondovalle agricolo del torrente Corsalone. Da qui si prosegue sull'asfalto per poi piegare a destra su una dritta stradella sterrata che si avvicina al Corsalone. Superato quest'ultimo (un tempo su ponte crollato dopo una recente alluvione) si inizia a salire incontrando subito un'antico caseggiato rurale. In questo tratto, inoltre, è particolarmente evidente in tutta la sua larghezza e nella sua selciatura originaria la vecchia strada per La Verna. Poco dopo la via, che nel frattempo si è trasformata per l'invadente vegetazione, in un'angusta mulattiera, incontra la nuova strada asfaltata che sale alla Verna. Questa va attraversata per proseguire dalla parte opposta sempre sulla selciatura dell'antica via. Attraversando zone alberate con sottobosco cespuglioso, la pista si inerpica con taluni rettilinei verso Case Nuove. Infatti incontrato di nuovo l'asfalto si piega su questo a sinistra e, poco dopo, si entra tra le case del piccolo centro abitato (seguire sempre i segnali bianco/rossi). Si attraversa la Statale e si sale per un breve tratto, fuori dal bosco, mantenendosi sulla via sterrata che percorre il largo crinale sovrastante la strada asfaltata.
All'ennesimo incontro con la Statale la si attraversa nuovamente andando ad individuare dalla parte opposta, lo stretto sentiero che corrisponde all'antica strada per la Verna. Poche centinaia di metri sono quindi sufficienti per ritornare sull'asfalto, nei pressi di un casotto rosso dell'Anas. Da qui non è più possibile seguire fedelmente l'antica via troppo infrascata, ma i segnali bianco/rossi invitano a tenersi paralleli a questa, percorrendo aperti prati adibiti a pascolo. E' questo il tratto da cui appare, salendo, La Verna, così ricordato da Campana "sulle stoppie interminabili sempre più alte si alzavano le torri naturali di roccia che reggevano la casetta conventuale rilucente di dardi di luce nei vetri occidui.".
Con un ultimo sforzo si giunge quindi a incrociare di nuovo la Statale proprio sotto le ripide rocce del Monte Penna, nei pressi del Monte Penna, nei pressi delle poche antiche case della Beccia. Lasciata la Statale si passa infatti tra le case si imbocca l'antica via ancora selciata che consente di salire alla Verna. Dopo poche centinaia di metri ci si trova davanti al portone d'ingresso dell'eremo francescano, all'interno del quale è possibile ritrovare il "corridoio dove si svolge la Via Crucis della vita di San Francesco" e "gli antri profondi, fessure rocciose dove una scaletta di pietra si sprofonda in un'ombra senza memoria", o sentire "l'alito gelido degli antri" e che "la campana della chiesetta francescana tintinna nella tristezza del chiostro."

Tempo 5,30 ore
Dislivello 820 m
Cartografia  Multigraphic 1:25.000 n. 33-35

 

Testi e foto di Cinzia Pezzani & Sergio Grillo

 
 
 
   
 
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