Ond'io a lui: «Lo strazio e 'l grande
scempio
che fece l'Arbia colorata in rosso
tal orazion fa far nel nostro tempio».
(Inferno, Canto X, 85/87)
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Dante,
a colloquio con Farinata degli Uberti, ricorda uno dei più cruenti
scontri tra Guelfi e Ghibellini, battaglia tenutasi nei pressi del colle
di Montaperti nel 1260 e in cui i ghibellini cacciati da Firenze inflissero
un'umiliante sconfitta ai Guelfi della città Toscana. Il poeta
non partecipò alla battaglia ma, come ricorda il Parodi «il
modo come Dante si esprime mostra che egli stesso ha negli occhi, benché
non gli venga che dai ricordi altrui, lo sgomento di tutto quel rosso
di sangue». E siccome le cronache del tempo riportarono che «tutte
le strade, e poggi e ogni rigo d'acqua pareva un grosso fiume di sangue»,
Dante, conoscendo geograficamente bene il luogo, trae le conclusioni che
il fiume che scorre nei pressi di Montaperti, l'Arbia, doveva aver assunto
il colore rosso. Ne, a distanza di alcuni decenni, si erano ancora spenti
gli echi e gli odi della battaglia. Nel Canto XXXII dell'Inferno, infatti,
il poeta, affrontando Bocca degli Abati, colui che tradì i Guelfi
nello storico scontro, vuole infliggergli una ulteriore punizione, colpendolo
forte con il piede al viso, aggravando così ulteriormente la sua
pena:
Se voler o destino o fortuna,
non so; ma, passeggiando tra le teste,
forte percossi 'l pié nel viso ad una.
Piangendo mi sgridò: «Perché mi peste?
se tu non vieni a crescer la vendetta
di Montaperti, perché mi moleste». |
Oggi il colle di Montaperti è un verde rilievo ricoperto di cipressi
che contribuisce a movimentare ulteriormente l'ondulato territorio circostante
la città di Siena. Sulla sua cima è stata innalzata una
piramide/monumento, con epigrafe marmorea con le frasi di Dante, a ricordo
della sanguinosa battaglia. Il percorso proposto, che si svolge quasi
completamente su tranquille stradelle sterrate, consente di attraversare
uno dei più solitari angoli del territorio senese, passando dai
rossi, isolati cascinali, ai piccoli borghi adagiati sui soleggiati versanti
collinari, dai freschi boschi dei crinali alle distese prative dove pascolano
centinaia di ovini.
Dalla rotatoria di Taverne d'Arbia, guardando verso il ponte sull'Arbia,
si individua a sinistra una stradella asfaltata (Strada di Presciano)
sulla quale corrono i segnavia bianco/rossi del sentiero n.2. Imboccatala,
si passa sotto la strada del raccordo Siena-Bettolle e subito dopo si
piega a sinistra su una malandata pista sterrata (segnavia bianco/rossi).
Si sale quindi toccando alcune case coloniche e raggiungendo, nei pressi
dei caseggiati rurali di Piancollina, la pista di crinale che, a destra,
si dirige verso Mociano. La sterrata, infatti, poco dopo diviene un bel
viale fiancheggiato da cipressi, viale che conduce alla piccola ed interessante
cappella di Mociano e all'omonima villa. Tenendosi sempre sulla via principale
si continua sul crinale delle coltivate colline che si estendono ad est
di Siena arrivando alla strada asfaltata di Pieve a Bozzone. Su questa
si piega a destra e la si segue nel suo tranquillo sviluppo fino ad arrivare
ad un importante bivio.
Qui
si va diritti, in direzione Vico d'Arbia e Montaperti, percorrendo la
stradella sterrata sulla quale vanno trascurate, poco dopo, le indicazioni
per Vico d'Arbia. Così facendo si scende al ponte sul Fiume Arbia
e quindi si risale attraversando una piccola zona boscata e giungendo
ad incrociare la strada asfaltata. Questa va attraversata per proseguire,
dalla parte opposta, lungo la sterrata che conduce a Montaperti (indicazioni).
Percorse poche decine di metri si è ad un bivio: andando diritti
si entra subito tra le poche case agricole di Montaperti, architettonicamente
impreziosite dalla presenza della chiesa del borgo rurale. Piegando a
destra, invece, si scende nella pianura sottostante Montaperti dirigendosi
verso il colle di Monteapertaccio, che subito appare a sinistra con i
suoi verdi, alti cipressi. Senza possibilità di errore si prosegue
sulla rettilinea carrareccia che, nei pressi di Monteapertaccio, effettua
una curva a sinistra entrando tra le case del paese. Subito dopo, superato
un grande caseggiato agricolo, si giunge ad un bivio.
Qui si va a sinistra, lasciando la carrareccia principale e portandosi
sotto il colle sulla cima del quale si sale tramite uno stretto sentiero.
Dalla sommità, su cui è stata innalzata una piramide/monumento
a ricordo della battaglia, è possibile abbracciare con lo sguardo
un vasto panorama sull'interminabile susseguirsi di colline che caratterizzano
l'area del Chianti senese, a nord, e quella delle Crete senesi a sud.
Riscesi dal colle si ritorna, tramite la via dell'andata, al bivio per
Taverne d'Arbia. Qui si svolta a sinistra e si attraversa il borgo agricolo
(caratteristica comume dei caseggiati rurali delle colline senesi è
soprattutto il colore, un rosso del tutto particolare derivante dal materiale
costruttivo principale, i mattoni di cotto prodotti soprattutto nell'area
delle Crete Senesi), per poi iniziare a scendere lungo il panoramico crinale
che progressivamente degrada verso il Fosso Rigo. Raggiunta una carrareccia
più importante, la si prende a sinistra, seguendola nel suo pianeggiante
sviluppo. La via, nei pressi di Presciano, diviene asfaltata e come tale
riporta velocemente a Taverne d'Arbia.
Tempo |
4,30 ore |
Dislivello |
270 m |
Cartografia |
Kompass 1:50.000 n.661 "Siena-Chianti-Colline
Senesi" |
Accesso |
Taverne d'Arbia raggiungibile da Siena seguendo
la Statale n.326 (raccordo Siena-Bettolle) in direzione Perugia sulla
quale si trovano le indicazioni stradali per la località di
partenza. |
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