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Ambiente e cultura come occasioni di sviluppo.

Ne parliamo con Milena Briano, assessore del Comune di Capoliveri, Isola d’Elba

L’ambiente, lo sappiamo, è un tema di grande importanza, ancora di più per quelle realtà, come l’isola d’Elba, dove le bellezze naturali costituiscono la principale leva dell’industria turistica.
Ne abbiamo parlato con Milena Briano, assessore all’ambiente di Capoliveri, uno dei Comuni elbani maggiormente visitati dai turisti, ai quali offre bellissime spiagge e un centro storico suggestivo ma, soprattutto, un modo di accogliere i propri ospiti che forse altre realtà un po’ gli invidiano. Insomma, l’ambiente come patrimonio da salvaguardare per le generazioni future ma anche come volano economico per quelle presenti.

Il turismo sta cambiando. Secondo lei l’Elba è in grado di stare al passo coi tempi?
Il mercato turistico è in rapidissima trasformazione, la qualità e la capacità di fare sistema, a tutti i livelli, sono i due punti fondamentali dell’azione futura sul nostro territorio.
Unitamente al marchio Italia e Toscana, occorre rafforzare la promozione del marchio Elba e insieme quei fattori, primo fra tutti il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, che  definiscono l’appeal del nostro prodotto, che deve essere riposizionato su un corretto rapporto qualità/prezzo ed essere attento alle trasformazioni dell’economia e delle altre realtà turistiche concorrenti.

Che riscontri trova su questi temi da parte delle forze economiche elbane?
I problemi sono tanti e quindi occorre perseveranza nel proporre e nell’ottenere attenzione, ma è evidente la buona volontà di tutte le amministrazioni e delle forze economiche: c’è la consapevolezza di dovere e volere mettere in atto nuove metodologie che, seppur con sforzi imprenditoriali economici e culturali maggiori, diano a questo territorio la prospettiva di preservare le qualità ambientali e la ricchezza economica che finora l’hanno caratterizzato.

E con gli altri sette Comuni elbani come va?
Ci stiamo impegnando sui temi generali della politica ambientale elbana quali i rifiuti solidi e la depurazione, ma vorremmo dedicarci ad altri temi quali la valorizzazione del mare nelle sue diverse accezioni: ambientale, ricreativa, turistica, economica. Per questo motivo abbiamo presentato, nella scorsa estate, due progetti, un corso sulle tecniche di monitoraggio dei cetacei nel Santuario Pelagos e un’iniziativa per la pulizia dei fondali marini.
Oltre a queste proposte, stiamo seguendo con particolare attenzione il progetto per la realizzazione del canile comprensoriale. Il progetto, nella sua attuazione completa, prevede la realizzazione di un parco-canile che sia inserito nei percorsi di iniziative sportive, di trekking, di mountain bike, di divertimento, di relax per favorire la conoscenza, la frequentazione e l’adozione degli animali abbandonati.

Quali sono gli interventi previsti per la zona umida di Mola? Perché è una zona di pregio ambientale?
La zona di Mola, insieme a quella di Schiopparello, sono classificate Siti d’Interesse Regionale, e sono le sole due zone umide presenti all’Elba: oltre alla conservazione delle vegetazione particolare, esse costituiscono zone di sosta sulle rotte dei migratori per la presenza di acqua e cibo necessarie a riprendersi dalle enormi fatiche a cui  gli uccelli sono sottoposti durante le migrazioni.
Il Ministero dell’Ambiente ha assegnato un finanziamento per la realizzazione di un intervento di ripristino della zona umida e per la sua rivalutazione a fini educativi, scientifici e turistici.

Lei si è fatta promotrice di un corso di tecniche di monitoraggio dei cetacei in collaborazione con Accobams. Di cosa si tratta?
Il corso sulle tecniche di monitoraggio dei Cetacei è stato realizzato alla fine di agosto della scorsa estate e ha visto la partecipazione per una settimana di circa 25 operatori di Ministero dell’Ambiente, Regione, Provincia, Comuni, Parco, Arpat, Capitaneria di Porto, Asl Veterinaria, Istituti Scolastici, Coop. di pesca organizzati dal Prof. M. Wurtz del Dipartimento di Biologia dell’Università di Genova e da Marie Christine Van Klaveren di Accobams.
Lezioni teoriche ed uscite in mare per avvistare e riconoscere i cetacei presenti nelle acque del Santuario Pelagos, per studiare il loro comportamento, per imparare ad agire correttamente, per sapere cosa fare nei casi di spiaggiamento e per conoscere gli aspetti biologici e normativi correlati alla loro protezione.
Accobams è l’acronimo che identifica l’accordo per la protezione dei cetacei nel Mar Nero, nel Mediterraneo e nella zona Atlantica adiacente; per il Santuario Pelagos interessa le nazioni dell’Italia, Francia con la Corsica e il Principato di Monaco.

Ci sono altre iniziative in proposito per il futuro?
Oltre alla continuazione del rapporto con Accobams e il Dipartimento di Biologia per la valorizzazione del Santuario dei Cetacei, ci stiamo impegnando per realizzare la pulizia dei fondali marini nelle immediate vicinanze della costa.
E’ un progetto che vede la partecipazione di enti pubblici, associazioni ambientaliste, diving, associazioni economiche di pescatori, Esa (Elbana Servizi Ambientali) e istituti scolastici: gli obiettivi sono la conoscenza delle situazioni di degrado presenti sui fondali marini limitrofi alla costa, le azioni da intraprendere per la loro pulizia, le iniziative di informazione e formazione che i vari operatori del mare possono mettere in atto nei riguardi dei giovani, dei residenti e dei turisti in relazione ai comportamenti da tenere e alle possibilità di svago e di lavoro che il mare offre.

Milena Briano
Originaria di Savona, laureata in chimica, ha lavorato come funzionario della Regione Liguria e poi come insegnante nelle scuole superiori.
Dalle elezioni comunali del 2004 è assessore all’urbanistica e all’ambiente, successivamente ha acquisito anche la delega alla cultura e miniere di Capoliveri, inoltre nell’ambito della giunta si occupa di curare le relazioni con gli altri enti.
Sposata, con una figlia, tra i suoi hobby nel tempo libero c’è la lettura di periodici di informazione scientifica.

 

Testo di Roberto Adriani
Foto di Sandro Santioli


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