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Lucca

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Abitanti nel 1991: 87.100

Il territorio di Lucca si estende per 185, 53 kmq, occupando in massima parte una vasta pianura alluvionale formata dal Serchio, tra le propaggini meridionali delle Alpi Apuane e l'Appennino pistoiese a nord, il Monte Pisano a sud. Ha raggiunto l'assetto attuale nel 1884, quando aggregò una zona di territorio sottratta al comune di Borgo a Mozzano perdendo contemporaneamente alcuni terreni a vantaggio del comune di Capannori.

Probabilmente fondata dai liguri, che ne fecero il loro avamposto meridionale, Lucca dovette successivamente subire l'influenza - se non il dominio - degli etruschi, per poi divenire municipium romano (89 a.C.). Sicuramente, nel suo primo sviluppo, beneficiò della sua posizione di importante nodo stradale all'incrocio tra la Cassia, la Clodia e l'Aemilia Scauria. Il rilievo della città crebbe comunque in età longobarda, quando divenne sede di ducato e capoluogo della Tuscia, ruolo che avrebbe mantenuto anche con la riorganizzazione carolingia dell'impero e la creazione del marchesato. Nel 1118 si eresse in libero comune. Dal 1186, con il riconoscimento ufficiale della propria autonomia da parte dell'imperatore Enrico VI, iniziò per la città una nuova fase d'ascesa che durò circa un secolo e mezzo, scandita dai consueti conflitti con i comuni vicini, fra i quali soprattutto Pisa rappresentò la tradizionale rivale. Malgrado dunque qualche battuta d'arresto causata da disavventure bellico-diplomatiche - come quella del 1234, quando, colpita dall'interdetto, fu costretta a una pace senza condizioni di fronte a Pisa e a Firenze la crescita economica si svolse parallelamente al rafforzamento delle istituzioni statali. Nello statuto cittadino del 1308 troviamo così sancita la supremazia della «parte» popolare con le proprie organizzazioni (in primo luogo le Arti) e delineata una precisa struttura amministrativa del territorio. Neanche Lucca poté naturalmente sottrarsi alle lotte interne che caratterizzarono la vita dei comuni toscani; divisa nelle fazioni dei Bianchi, capeggiati dagli Antelminelli, e dei Neri, con a capo gli Obizzi, nel 1300 la città vide l'affermarsi del potere di questi ultimi. Indebolita dai conflitti e dalla discesa di Arrigo VII, non riuscì a evitare, nel 1314, la conquista da parte di Uguccione della Faggiola, signore di Pisa; il suo predominio finì comunque presto grazie a Castruccio Castracani degli Antelminelli, che divenne prima capitano generale, poi signore della città (1320) e di fatto campione del ghibellinismo toscano. Con la conquista di Pistoia e la Vittoria di Altopascio (1325) egli dilatò i confini dello stato, minacciando da vicino la stessa Firenze e ricevendo nel 1327 da Ludovico il Bavaro la nomina a duca e Vicario di Lucca, Pistoia, Luni e Volterra. Ma alla morte di Castruccio (1328) cominciò per Lucca un periodo travagliato.

In pochi anni si assoggettò successivamente alla signoria di Gherardo Spinola, di Giovanni di Boemia, dei Rossi di Parma, degli Scaligeri e dal 1342 cadde di nuovo sotto il dominio pisano. Solo nel 13691a città fu in grado di riscattare dall'imperatore Carlo IV la propria autonomia. Si instaurò allora un regime frutto del compromesso tra la componente oligarchica e quella popolare. Ma nel 1392 la potente famiglia dei Guinigi prese progressivamente il sopravvento e con Paolo conquistò nel 1400 la signoria della città; questi rimase al potere fino al 1430, quando l'ambigua condotta tenuta nella guerra contro Firenze ne provocò la caduta. Il governo che venne restaurato riuscì a stipulare una pace cinquantennale con Firenze (1438), con sicuro vantaggio per la prosperità della repubblica, anche se proprio in questo periodo Lucca dovette rinunziare a Carrara in favore dei Malaspina (1445) e a gran parte della Garfagnana, passata agli Estensi (1452). In compenso, nella seconda metà del Quattrocento, si assistette a una decisa opera di pacificazione interna tra le famiglie eminenti, si incentivò l'immigrazione, si condussero vari interventi di bonifica verso il mare, si cercò di rendere Viareggio importante scalo commerciale. Grazie alla solidità delle finanze cittadine Lucca uscì indenne anche dalle guerre di predominio, letteralmente acquistando dall'imperatore Massimiliano, e poi da Carlo V, diplomi che garantivano la libertà della repubblica. Turbamenti li visse nel 1531-32 con la «rivolta degli straccioni» (tessitori in sommossa per le limitazioni imposte alla produzione dei drappi di seta), peraltro duramente repressa dall'oligarchia cittadina, e poi con la congiura dell'idealista Francesco Burlamacchi (1546), che cercò senza successo di trascinare la sua e altre città toscane nel tentativo di abbattere la supremazia medicea. Ma con la riforma costituzionale di Martino Bernardini (1556) si pose fine a ogni fermento, anche di carattere religioso (negli anni precedenti le idee della Riforma avevano avuto a Lucca una straordinaria diffusione) e si accentuò il carattere oligarchico e la chiusura della classe dirigente; per due secoli e mezzo la città fu così governata con una politica conservatrice all'ombra dell'impero e della Spagna, a ciò contribuendo anche la «ruralizzazione» del patriziato, conseguente alla serie di fallimenti che travolsero le compagnie mercantili lucchesi all'estero nella prima metà del Seicento. Nel 1799, durante l'occupazione delle truppe francesi, in Lucca rispuntarono idee democratiche ma per poco, giacché Napoleone la trasformò in principato affidandola a Felice ed Elisa Baciocchi Bonaparte (1805). Passò nel 1817 a Maria Luisa di Borbone e infine nel 1847 fu ceduta al granduca Leopoldo II di Toscana. Nel 1860 la città si univa al regno di Sardegna.

Durante l'occupazione tedesca la popolazione del comune subì numerosi eccidi, come quelli perpetrati a Nozzano, a Balbano e a Ponte San Pietro. La rappresaglia più crudele ebbe luogo il 2 settembre 1944, pochi giorni prima della Liberazione della città. Di notte i nazisti invasero la Certosa di Farneta, dove avevano trovato rifugio un centinaio di civili: catturati monaci e cittadini, molti di loro vennero uccisi in luoghi diversi della provincia di Lucca e di Massa, altri furono destinati ai campi di concentramento tedeschi.

Tra le tante figure della Resistenza lucchese non può essere dimenticata quella del certosino Gabriele Maria Costa, medaglia d'oro per l'intrepido ruolo di collegamento svolto tra il CLN di Lucca e le formazioni partigiane operanti sull'Appennino. Lucca ha dato i natali a numerosi personaggi illustri, quali il poeta Buonagiunta Orbicciani (1230-1300), il pittore Bonaventura Berlinghieri (attivo fra il 1228 e il 1274), il condottiero Castruccio Castracani, il novelliere e cronista Giovanni Sercambi (1347-1424), i musicisti Francesco Geminiani (1687-1762), Luigi Boccherini (1743-1805), Alfredo Catalani (1854-1893) e Giacomo Puccini (1858-1924); e ancora, il giurista Francesco Carrara (1805-1888), Giovanni Giorgi (1871-1950), ingegnere ideatore del sistema di unità elettromagnetiche noto come sistema M.K.S., e Arrigo Benedetti (1910-1976), scrittore e giornalista.

Da vedere:
Le Mura, perfettamente conservate perché mai utilizzate, furono costruite tra il 1544 e il 1645 (sono le uniche in Italia, giunte fino a noi pressoché intatte). Alte dodici metri, lunghe quattro chilometri, fornite di undici baluardi, sono oggi uno splendido parco alberato.
Piazza Anfiteatro, detta anche “del Mercato”, posta al centro antico della città, è di forma ellittica in quanto costruita sulle forme dell’anfiteatro romano. E’ completamente circondata da case medievali. Nel 1830 a seguito di una riorganizzazione urbanistica fu destinata a mercato alimentare.
Via Fillungo, attraversa il cuore storico di Lucca. Nota come una delle strade più eleganti d’Italia. Vi si affacciano importanti antichi palazzi di nobili famiglie e imponenti case-torri.
Via Guinigi, interamente fiancheggiata da palazzi eretti in varie epoche (a partire dal XIII secolo) dall’importantissima famiglia Guinigi.
Torre Guinigi, in Via S. Andrea si erge l’altissima torre coronata da lecci. Fa parte del palazzo Giunigi eretto nel 1300.
Museo Nazionale di palazzo Mansi, elegante costruzione del XVII sec. con l’interno finemente affrescato, ospita le importanti opere della Pinacoteca Nazionale.
Casa Puccini, la casa natale del musicista è oggi Museo, dove sono conservati ricordi, documenti e strumenti musicali a lui appartenuti.
Il Duomo, o cattedrale di San Martino, si affaccia sull’omonima piazza. Fondato nel secolo VI da San Frediano, fu realizzato in diverse fasi costruttive. Nel 1200 fu completamente rifatto. L’ elegante facciata marmorea si apre con tre grandi arcate e si appoggia all’alto campanile merlato. L’interno a tre navate parzialmente affrescato, conserva un’imponente scultura (S. Martino a cavallo e il mendico) del secolo XIII e il mirabile monumento funebre di Ilaria del Carretto scolpito da Jacopo della Quercia, ed altre preziose opere d’arte. Vicino al Duomo si trova il Museo della Cattedrale dove sono esposte opere d’arte di gran pregio e numeroso codici miniati databili dal Medioevo al Quattrocento.
Chiesa di S. Frediano, eretta nella prima metà del XII secolo, mostra l’originale facciata tripartita, sovrastata da un grandioso mosaico dell’ Ascensione del XIII secolo. L’interno a tre navate, accoglie una romanica Fontana Lustrale, terracotte Robbiane ed opere di Jacopo della Quercia.
S. Michele in Foro, si apre al centro della piazza omonima mostrando la preziosa facciata a quattro ordini di logge. Iniziata nel 1070, è un significativo esempio di convivenza di soluzioni romaniche e gotiche. All’interno conserva importanti opere del 1500.

Parte storica riprodotta su autorizzazione della Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli

 
 
 
   
 
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