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Monte Argentario

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Abitanti nel 1991: 12.643

Monte Argentario si estende per 60,29 kmq sul promontorio omonimo, all'estremità meridionale della Maremma toscana. Sotto la signoria dell'abbazia delle Tre Fontane nel Medioevo, si è costituito nel 1843 con il distacco del promontorio dal territorio della comunità di Orbetello. La sede comunale è a Porto Santo Stefano.

Possesso in epoca romana della gens Domizia, il Monte Argentario, citato in un diploma di Carlo Magno datato 805 ma palesemente falso, già nel IX secolo faceva probabilmente parte del patrimonio dell'abbazia romana di Sant'Anastasio alle Tre Fontane. Tra il XII e il XIII secolo venne inserito nel dominio aldobrandesco e fu assegnato, con l'atto di divisione della contea del 1216, al ramo degli Aldobrandeschi di Sovana. Da questi passò, per successione, agli Orsini, che lo detennero per tutto il corso del Trecento. Conquistato in seguito dalla repubblica di Siena, fu oggetto di ripetute concessioni: nel 1441 al veneziano Angelo Morosini e nel 1460 a una compagnia mercantile senese. Ricondotto nel 1474 sotto la diretta amministrazione della repubblica, fu di nuovo concesso, alla fine del secolo, all'Ospedale di Santa Maria della Scala e nel 1507 a Pandolfo Petrucci, che dalla fine del Quattrocento si era andato costituendo un dominio signorile tra l'Albegna e l'Argentario. Dal 1557 entrò a far parte dello Stato dei Presidi, dipendente dalla Spagna, seguendone le sorti successive: dal 1708 passò agli austriaci, nel 1736 cadde sotto il dominio dei Borboni di Napoli, dal 1808 al 1814 fu incorporato nel napoleonico regno d'Etruria e infine, nel 1815, entrò a far parte del granducato di Toscana.

Lo sviluppo di Porto Santo Stefano, di probabile origine romana, prese avvio dalla costituzione dello Stato dei Presidi e ricevette un notevole impulso ai primi del Seicento per iniziativa del governatore spagnolo Nuflo Orejón. Durante la seconda guerra mondiale subì danni ingentissimi a causa di numerosi bombardamenti aerei e navali. Porto Ercole vanta invece origini remotissime e fu il Portus Erculis dei Romani. La sua storia ricalca le vicende del territorio fino agli inizi del Cinquecento, quando fu concesso ad Agostino Chigi, nello stesso periodo in cui sull'Argentario si affermava la signoria di Pandolfo Petrucci. Nel 1527 fu occupato, insieme a Orbetello e a Talamone, dalla flotta papale al comando di Andrea Doria, che lo tenne in possesso fino al 1530. Il 10 giugno 1555 fu espugnato dalle forze di Cosimo I dei Medici. Inserito nello Stato dei Presidi, perse di importanza dinanzi allo sviluppo di Porto Santo Stefano.

Parte storica riprodotta su autorizzazione della Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli

 
 
 
   
 
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