Abitanti nel 1991: 3.338
Il territorio del comune di Pieve Santo Stefano, nell'alta Val Tiberina,
si estende per 155,77 kmq occupando una zona a carattere prevalentemente
montuoso sullo spartiacque appenninico. Fu originariamente un centro
feudale, quindi un viscontado; divenne poi sede di podesteria e capoluogo
di vicariato; con la riforma Leopoldina fu eretta in comunità
autonoma.
Pieve Santo Stefano, secondo un'antica tradizione„ si ritiene
fondata dagli umbri-sarsinati come luogo fortificato che agevolasse
i collegamenti con Città di Castello e Perugia; secondo altri va
invece identificata con la romana Suppetia o Sulpitia. Con
certezza si fa di essa menzione solo nel 967 in un diploma di Ottone
I tramite il quale veniva confermata in feudo, con il nome
di Oppidum Verone insieme a tutti i territori facenti parte della Massa
Verona, a un suo vassallo, il nobile Goffredo di Ildebrando.
Nel 1220, sviluppatasi ormai come comunità intorno alla
propria pieve (già ricordata in un privilegio di Innocenzo
III del 1198 come pieve di Santo Stefano) e assunto l'attuale nome, risulta
da un diploma di Federico II sotto la giurisdizione politica di
Arezzo;
per la sua ubicazione strategica fu comunque a lungo contesa
anche da Città di Castello e Perugia - che nel 1269
per pochi mesi riuscì ad averla tra i propri domini -, cosicché
nel corso della sua storia più volte dovette subire tentativi
di conquista. Nel 1318 divenne possesso dei Tarlati,
che nel 13251a fecero sede di un viscontado dominante su tutta
la Val di Verona, e sotto costoro rimase (tranne un breve periodo di dominio
fiorentino nel 1343) fino al 1385, quando - cacciati i Tarlati
- gli abitanti di Pieve Santo Stefano, con una deliberazione formalmente
spontanea, entrarono a far parte del distretto fiorentino; divenne
allora sede di una podesteria di prima classe, con giurisdizione
civile su tutta la Val di Verona, mentre per il criminale dipendeva dal
vicariato d'Anghiari. Dopo un'effimera ribellione a Firenze nel 1502
e dopo aver valorosamente resistito al duplice assalto dei
lanzichenecchi dell'imperatore Carlo V che marciavano verso Roma
nel 1527, nel 1545 fu promossa a capoluogo di vicariato,
con giurisdizione anche su Caprese e Chiusi della Verna. Nel 1855
l'abitato fu per gran parte sommerso dalle acque del Tevere
a causa di una frana staccatasi dal poggio di Belmonte. Durante
la seconda guerra mondiale Pieve Santo Stefano, a poca distanza dalla
quale passava la linea gotica, subì per i bombardamenti numerose
perdite tra la popolazione e gravi distruzioni.
Da vedere:
Madonna dei Lumi, chiesa eretta nel 1600, a croce greca, con
cupola affrescata da Luigi Ademollo.
S. Stefano, collegiata ricostruita nell’800 su di un’antica
chiesa, conserva una terracotta invetriata di Andrea della Robbia
del 1514.
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