Abitanti
nel 1991: 36.774
Situato
in Maremma, sul tratto di costa prospiciente l'isola d'Elba, il
territorio comunale si estende per 130,10 kmq. In origine podesteria
e poi capitale di uno stato autonomo, il comune ha raggiunto l'attuale
estensione nel 1970, quando gli fu staccato il Lido di Follonica,
aggregato all'omonimo comune.
Se nell'antichità sorsero nei pressi l'etrusca Populonia e poi
il porto romano di Falesia, l'origine di Piombino sembra collocabile
intorno all'XI secolo, quando compare nei documenti come luogo fortificato
di proprietà dei monaci della vicina abbazia che aveva ancora
il nome di Falesia. Costoro, nel corso del XII secolo, ne alienarono via
via varie parti alla repubblica di Pisa, che nella prima metà
del Duecento già ne deteneva il pieno possesso. Le caratteristiche
geografiche e ambientali del territorio, pressoché inattaccabile
dal mare e situato dinanzi a un'isola ricca di miniere di ferro,
spinsero più volte i genovesi a tentarne la conquista tra
XII e XIII secolo; mentre nel Trecento il suo porto, attrezzato con case
e magazzini, stimolò anche gli appetiti dei mercanti di Firenze,
sempre alla ricerca di scali sul Tirreno. Un mutamento decisivo avvenne
nel 1399 quando, caduta Pisa in mano ai Visconti, Piombino divenne,
insieme all'Elba, a Pianosa e a Montecristo, il capoluogo del nuovo
stato-signoria degli Appiani. Godette allora di una rapida crescita
e di particolare floridezza, giungendo a contare nel corso del Quattrocento
forse ottomila abitanti, pur se non poté affrancarsi politicamente
e militarmente prima dalla tutela fiorentina (dal 1404), poi da
quella degli Aragonesi di Napoli (dal 1463).
Attraverso alterne vicende e qualche temporanea interruzione di dominio
rimase agli Appiani (che ne ebbero l'investitura imperiale nel 1503 e
ne furono dichiarati principi nel 1594) fino al 1634, quando passò
ai Ludovisi; e da questi nel 1706, per eredità, ai Buoncompagni.
Nel frattempo il rilievo strategico del piccolo stato marittimo nello
scacchiere del Mediterraneo aveva fatto sì che francesi e spagnoli
si alternassero nel tenere stabili guarnigioni nella città, che
peraltro appariva ora economicamente assai decaduta (nel 1736 non arrivava
a mille abitanti). Sul finire del Settecento fu successivamente occupata
dagli inglesi, dai francesi e dai napoletani; ripresa da Napoleone
nel 1803, nel 1805 fu da questi assegnata alla sorella Elisa
Baciocchi. Con il congresso di Vienna del 1815, Piombino venne definitivamente
annessa al granducato di Toscana. Divenuta roccaforte del movimento
operaio, amministrata dai socialisti fin dall'inizio del Novecento,
la città ospitò durante il periodo fascista una tenace
opposizione clandestina e nel luglio 1943 Vide la creazione di un
comitato di concentrazione antifascista che prefigurava il CLN. Dopo un'insurrezione
spontanea che nel settembre 1943 cercò di impedire l'occupazione
della città da parte delle truppe tedesche, la Liberazione di
Piombino avvenne, dopo aspri combattimenti, il 25 giugno 1944.
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