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Roccastrada

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Abitanti nel 1991: 9.377

Il territorio del comune di Roccastrada si estende per 284,37 kmq in una zona collinosa e di media montagna che degrada a sud verso la piana di Grosseto. Dominio degli Aldobrandeschi nel Medioevo, poi capoluogo di podesteria, comprendeva entro i suoi confini, in origine, anche la frazione di Montepescali, aggregata dal 1905 al comune di Grosseto.

In un privilegio di papa Innocenzo II, dell'aprile 1140, Roccastrada viene citata come un insediamento già importante. Sottoposta fin dal X secolo al dominio degli Aldo- brandeschi, fu assegnata nel 1274, al momento della divisione della contea aldobrandesca, al conte Ildebrandino del ramo di Santa Fiora, che pochi anni più tardi, nel 1283, avrebbe ospitato entro le mura di Roccastrada i fuorusciti senesi di parte ghibellina. Nel 1301 l'antica famiglia comitale rinunciò ai propri diritti sul castello cedendoli alla repubblica di Siena, che incorporò Roccastrada nel proprio contado.

Dopo un effimero tentativo di recupero compiuto dagli Aldobrandeschi nel 1315, che costò al castello la distruzione delle mura, Roccastrada rimase sottoposta alla signoria di Siena, successivamente a quella di Montalcino e, dal 1559, al granducato mediceo. Tra le frazioni del capoluogo particolare rilievo storico ebbero, soprattutto in epoca medievale, Montemassi e Sassoforte, i due castelli immortalati nel celebre affresco di Simone Martini raffigurante Guidoriccio da Fogliano (che a queste due località pose assedio nel 1328), e Roccatederighi, che deve il suo nome a Tederigo, vassallo degli Aldobrandeschi. Il 24 luglio 1921 Roccastrada fu teatro di una sanguinosa incursione delle squadre fasciste, che lasciò sul terreno dieci vittime. Durante la lotta di Liberazione si sviluppò in questa zona un'intensa attività partigiana che tenne impegnate per cinque giorni, dal 19 al 24 giugno 1944, le truppe tedesche fino all'arrivo degli alleati.

Da vedere:
S. Niccolò, del secolo XIII, ha subito nei secoli vari rimaneggiamenti. La facciata è del 1954. All’interno un bel fonte battesimale del XVI secolo.

Parte storica riprodotta su autorizzazione della Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici

 
 
 
   
 
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