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1.
Veduta della Piazza Agnolo. Sullo sfondo la
rocca sede del Municipio |
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Una
buona parte della superstite " Romagna toscana", cioè
delle granducali " Valli Transappennine
", è occupata dal territorio comunale di Firenzuola, uno
dei maggiori per estensione della Regione. I comuni limitrofi
sono: Borgo San Lorenzo, Scarperia, Barberino, Castiglione
dei Pepoli, Palazzuolo sul Senio, Castel del Rio, Monterenzio,
Monghidoro e San Benedetto Val di Sambro. Esso
occupa l'alto bacino del fiume Santerno, il maggior affluente
di destra del Reno, estendendosi quindi sul versante adriatico
dell'Appennino dal Passo della Futa al Monte Paganino.
E' una zona, quella di Firenzuola, che è sempre stata
interessata dalla viabilità tra la piana fiorentina e
la Romagna
e quindi la Pianura Padana.
Nell'attuale
territorio di Firenzuola si trovano il Passo della Futa,
quello ora abbandonato, ma famoso nel Medioevo, dell'Osteria
Bruciata ed infine il Giogo di Scarperia. Da tutti questi
passi si può convergere al Passo della Raticosa sulla
via di Bologna, oppure, scendere lungo la valle del Santerno
alla volta di Imola.
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2.
Il Santerno nei pressi della "Ca' Bassa" |
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Alla
funzione viaria, cui nel Trecento, come vedremo, sarà
legata la fondazione di Firenzuola, sembrano essere collegate
le pievi di Cornacchiaia, Camaggiore e Bordignano che,
con il limitato numero di chiese dipendenti, attestano
anche della relativa inospitalità della regione. In particolare
la pieve di Cornacchiaia, sul versante settentrionale
del Passo dell'Osteria Bruciata, sembra completare la
funzione svolta sul versante meridionale dalla pieve di
Sant'Agata, non lungi da Scarperia. Non appare quindi
un caso se due chiese, poste sui versanti opposti di una
catena montuosa, presentano sorprendenti analogie formali
nelle loro strutture architettoniche. A parte le trasformazioni
successive, la pieve di San Giovanni a Cornacchiaia
presenta lo stesso numero di valichi tra la navata
centrale e le laterali quale si può riscontrare a Sant'Agata.
Il
territorio dell'alto Mugello e del corrispondente versante
romagnolo dell'Appennino fu, fin dall'alto Medioevo, signoria
degli Ubaldini. Il loro potere nella zona era tale che
il corrispondente tratto della catena appenninica fu chiamato
"Alpes Ubaldinorum", almeno fino all'inizio
del Trecento. In seguito, quando il potere dei fiorentini
fu assodato nella zona, questo tratto dell'Appennino costituì
l'Alpe Fiorentina.
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3.
Cornacchiaia - La pieve |
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Il
potere degli Ubaldini e dei loro consorti si appoggiava
a un buon numero di castelli, attraverso i quali quei
signori potevano controllare le varie strade che utilizzavano
i passi appenninici, tra i quali, all'epoca, emergeva
per importanza quello dell'Osteria Bruciata. Molti di
questi castelli sono oggi ridotti allo stato di ruderi.
Il
loro potere sulla zona era pressoché assoluto e non vi
è praticamente località che non sia appartenuta alla potente
consorteria.
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4.
Il Santerno a Ferniana |
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L'ostacolo che gli Ubaldini costituivano al controllo
di queste zone da parte della repubblica fiorentina era
tale, soprattutto per le conseguenze negative sulla viabilità
verso il Bolognese, che nel 1306 fu deliberata la costruzione
di due " terre nuove ": una in "Mucello"
Scarperia, l'altra "ultra Alpes", Firenzuola.
Si
riprendeva così l'operazione condotta alcuni anni prima
(1299) nel Valdarno Superiore con la fondazione di nuovi
insediamento che rappresentavano programmati interventi
territoriali volti al definitivo annullamento della potenza
feudale, non con dirette azioni militari, bensì con la
ristrutturazione economica e sociale del potenziale umano
delle campagne, a favore della città dominante. E indicativo
in proposito che a popolare il nuovo insediamento di Firenzuola
furono chiamati gli abitanti dei castelli di Tirli e di
Bordigliano, due dei più potenti insediamento controllati
dagli Ubaldini.