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storica casata dei Capponi, nei secoli ha arricchito il patrimonio
architettonico di Firenze con molti palazzi, è successo così
che nell'inserire nel sito Palazzo Capponi (la casa fiorentina di
Hannibal) abbiamo usato il Palazzo Capponi sbagliato.
Poche settimane fa abbiamo ricevuto una e-mail molto educata, che
ci avvertiva dell'errore, il messaggio proveniva proprio da uno
degli abitanti del palazzo: il conte Niccolò Capponi, apprezzato
storico, (è uscito di recente anche un suo libro dal titolo
"I legionari rossi. Le brigate internazionali nella guerra
civile spagnola 1936-1939", Roma, Città Nuova, 2000),
uno dei discendenti di questa nobile famiglia fiorentina.
Abbiamo colto l'occasione al volo e, sempre per e-mail abbiamo concordato
l'intervista che segue, svoltasi nel nella biblioteca del quattrocentesco
Palazzo Capponi (proprio dove eravamo seduti noi Hannibal Lecter
ha scritto la famosa lettera a Clarice ndr). L'appuntamento è
fissato per le 10, dopo essere stati annunciati il giovane Conte
Niccolò Capponi, ci raggiunge nel cortile, dove lo stavamo
aspettando. Dopo i saluti di rito ci invita a salire nelle stanze
dove è stato girato il film. Prima ci fa accomodare nell'antica
biblioteca, archivio storico della Famiglia,
Persona brillante, il Conte racconta della simpatia e della grande
professionalità di Hopkins, il quale un giorno, alla fine
delle riprese, in piazza Signoria, trovandosi insieme a lui, circondati
da una folla di fan (come disse il Conte "E' come essere un
gladiatore al Colosseo, mancano solo i leoni!"), Hopkins, per
niente intimorito, con grande umanità riuscì a soddisfare
tutti con autografi e strette di mano.
Un'altra curiosità che ci ha raccontato è la passione
per i busti di Ridley Scott il quale ha chiesto di trasportare tutti
i busti degli avi del Conte che sono in cantina, nel salone, dove
stavano girando il film.
La conoscenza con Thomas Harris è stata quasi casuale. Al
Conte, che non aveva idea di chi fosse Harris, fu chiesta la cortesia
di accompagnare questo distinto signore americano in giro per Firenze.
Dopo aver pranzato in un ristorante del centro, il Conte fece visitare
a Harris il suo palazzo.
Improvvisamente, nel febbraio del 1999 al Conte arrivò una
telefonata dall'America. Era Thomas Harris, che, folgorato dalla
bellezza di Palazzo Capponi, chiedeva il permesso di poterlo usare
nel suo libro, come ambientazione per farci vivere "Hannibal".
Dopo un breve consiglio di famiglia, gli fu risposto "Si, basta
che i Capponi non siano il piatto forte!". "Non ti preoccupare"
Fu la risposta "Non li menziono affatto." "Ho capito,"
ribatté il Conte "già bell'e digeriti!".
D
Thomas Harris ha passato un po' di tempo a Firenze durante la stesura
del libro. Secondo Lei ha capito davvero noi toscani?
R Chi li capisce i toscani? Domanda da
un milione di dollari! Ammiro i Senesi, ma non li capisco, come
del resto i Pistoiesi. Dante, invece, è l'unico che ha capito
i fiorentini
!
D
Perché secondo Lei Harris ha scelto
proprio Firenze? Sarà stato per amore della nostra città
o soltanto per usarla come veicolo promozionale?
R.: Quando ho accompagnato Harris in giro per Firenze, lui intanto
c'era già stato prima, poi anche le domande che faceva erano
molto specifiche, fatte sicuramente per sua curiosità e non
necessariamente per il suo libro. Era molto interessato alle Vie
Processionarie dei Medici e ad altri aspetti della città.
Sicuramente il suo interesse travalica l'aspetto economico.
Che poi Firenze venda, è vero, ma sono sicuro che Harris
abbia scelto Firenze per amore.
D
Che effetto Le fa sapere che un personaggio
come il Dr. Lecter ha vissuto in casa Sua?
R
Se ci si riferisce ad Antony Hopkins è
un'impressione positiva perché si ha a che fare con un piacevole
signore, un vero professionista, per niente divo. Tra l'altro è
un virtuoso del piano e fa delle spassose imitazioni. Pensando al
Dr.Hannibal Lecter, mi rifiuto di credere che sia un pluriomicida.
Una persona di tale cultura, con la quale ho fatto delle lunghe
discussioni sugli archivi e sulle cose storiche, non può
assolutamente essere un assassino.
D
Cosa ne pensa della fine del libro?
R
Credo che sia una conclusione logica. Non poteva che finire così.
Il personaggio doveva avere una fine, altrimenti la serie sarebbe
diventata troppo lunga.
L'intervista finisce
alle 12, ora in cui il Conte si concede la prima delle due fumate
di pipa quotidiane. A proposito, ci ha anche detto che Ridley Scott,
di bassa statura , fuma sigari molto lunghi
ci sarà
da scomodare Freud?
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