Il
carciofo empolese è di colore verde intenso tendente al violaceo,
ha una forma subcilindrica e una consistenza tenera e compatta. Il sapore
è intenso e amaro; si confeziona a mazzi con tutto il gambo perché
non presenta spine. Si produce da marzo a giugno.
La propagazione avviene per talea: i polloni, detti "carducci",
vengono prelevati dalle piante madri migliori e poi trapiantati. Per l’impianto
della carciofaia si esegue un’aratura leggera, seguita dalla concimazione,
da due fresature e da una successiva assolcatura. Si impiantano in file.
Al momento della messa a dimora nei solchi, di solito viene effettuata
una concimazione localizzata con letame e nitrato di calcio.Generalmente
non vengono eseguiti trattamenti antiparassitari. La raccolta è
manuale.
Il prodotto deve la sua tradizionalità e qualità sia alla
particolarità della cultivar, sia alla tecnica di produzione, rimasta
invariata nel tempo, nonché alle particolari condizioni pedoclimatiche
della zona che contribuiscono a conferire a questo carciofo la particolare
consistenza.
Il carciofo empolese viene coltivato e commercializzato da alcuni produttori
della zona che vendono direttamente in azienda a privati o ai mercati
locali. Ci sono poi diversi hobbisti che lo coltivano solo per autoconsumo.
La quantità prodotta è indicativamente intorno alle migliaia
di piante all’anno. Attualmente la produzione del carciofo empolese
è limitata per il rischio di non riuscire a venderlo visto che,
essendo una varietà tardiva, raggiunge il mercato in ritardo rispetto
ai carciofi del sud Italia.
Territorio interessato alla produzione |
Comuni di Empoli e Certaldo, provincia
di Firenze. |
Produzione in atto |
Attiva. |
Materiali, attrezzature e locali
utilizzati per la produzione: |
• Carducci
• Letame (700-800 q/ha)
• Perfosfato (5-6-q/ha)
• Solfato potassico (2-3 q)
• Nitrato di calcio (30-40 q) |
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