Il
tartufo scorzone (Tuber aestivum Vitt.), ha uno strato esterno grossolanamente
verrucoso, colore nero con verruche grandi, piramidate e polpa dal giallastro
al bronzeo, con numerose venature chiare e arborescenti che scompaiono
con la cottura. Ha dimensioni variabili da quelle di una nocciola a quelle
di una mela. Presenta un tenue e gradevole profumo, leggermente fungino.Meno
esigente, rispetto al tartufo nero pregiato, per quanto riguarda le caratteristiche
pedoclimatiche, ha di conseguenza una distribuzione più ampia,
estesa in pratica a tutte le province della regione.
Ai sensi della normativa regionale (L.R. 50/95), la raccolta è
consentita dal 1 giugno al 30 novembre. È particolarmente diffuso
in terreni calcarei dove sono presenti querceti o pinete artificiali,
soprattutto se miste a latifoglie. Si raccoglie prevalentemente sotto
le roverelle e i pini neri, ma anche sotto cerri, tigli, lecci e carpini.
In Toscana la raccolta dei tartufi ha antiche origini; già alla
fine degli anni trenta infatti era presente sul territorio una cultura
della raccolta del tartufo. L’importanza della raccolta di questo
prodotto in Toscana e il suo profondo radicamento nel territorio sono
chiaramente mostrate dalla presenza di otto associazioni di raccoglitori.
Le caratteristiche organolettiche di questo tartufo sono pienamente apprezzabili
quando è ben maturo; è consigliabile consumarlo fresco,
a causa della delicatezza del suo aroma.
Come per gli altri tartufi, esiste in Toscana una forte vocazione per
la produzione di tartufo scorzone, tuttavia non è possibile stimarne
il quantitativo prodotto per la riservatezza dei tartufai a dare informazioni
di qualsiasi tipo. Molti raccoglitori sono riuniti in associazioni che
organizzano mostre-mercato e sagre nei comuni maggiormente interessati
dalla produzione.
Territorio interessato alla produzione |
Il tartufo scorzone è piuttosto
diffuso in tutta la Toscana. |
Produzione in atto |
Attiva. |
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