Alpi Apuane, perle dell'alpinismo e giardini botanici di rara bellezza
Note al mondo intero per i pregiati marmi, estratti fin dall'epoca romana
e utilizzati dai grandi maestri della scultura, le Apuane meritano a tutti
gli effetti l'appellativo di Alpi ed occupano un capitolo della storia
italiana dell'alpinismo.
Elevatesi in epoche geologiche molto più antiche del prospiciente
Appennino, le Alpi Apuane contrastano con le loro forme ardite e dirupate
con le dolci colline lucchesi dalle quali emergono. Dalla pianura appaiono
come una selva di guglie addossate le une alle altre. Pur non arrivando
ai duemila metri, queste cime, presentano verticali versanti di roccia
calcarea che, fin dal passato più remoto hanno destato l'interesse
degli uomini che vivevano nelle città di Pisa, Lucca e Firenze
e soprattutto dei naturalisti che vi si avventurarono alla ricerca e classificazione
di piante, fiori ed animali fin dal secolo XVII°. Da Andrea Cesalpino
che fu maestro di Galileo, a Padre Silvio Bocconi, botanico del Granduca
di Toscana che vi si recò ad erborizzare nel gruppo delle Panie,
é tutto un fervore scientifico di geografi, geologi e naturalisti
che colgono per primi le peculiarità di queste montagne in vista
del vicinissimo mare Mediterraneo, che tutt'oggi conservano una rara flora
alpina relitta delle glaciazioni. Anche dalle definizioni di due grandi
personaggi della letteratura italiana come Dante Alighieri ed il Boccaccio,
che usavano definire le apuane, rispettivamente Petrapana e Petra Apuana
Mons, si nota che il termine Pania derivato dalla base lessicale Pen (penna,
cima , vetta) influenza decisamente l'etimologia di queste Alpes, che
hanno nelle due cime meridionali le proprie regine incontrastate ed imponenti.
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