Le
fondamenta del Palazzo furono poste nel febbraio 1299 e ne fu architetto
Arnolfo di Cambio; nel 1302 la facciata principale e la torre di 94 metri
era già pronta, ma il retro del Palazzo fu costruito, poi ampliato,
in periodi diversi, fino all'ultima modifica dell'Ammannati nel 1588.
Il Palazzo fu ideato come residenza ed ufficio per i Priori e per il Gonfaloniere
di Giustizia, i quali venivano comunemente chiamati "Signori".
Essi duravano in carica due mesi, durante i quali avevano l'obbligo di
vivere prevalentemente nel Palazzo, seguendo regole severe, simili ad
una comunità conventuale.
Questo Palazzo ha cambiato nome più volte, inizialmente venne
indicato come "Palatium Populi" Palagio nel linguaggio parlato,
poi divenne "Palazzo della Signoria" e diventò nel 1540
"Palazzo Ducale" quando vi si insediò il Duca Cosimo
I; solo più tardi fu chiamato "Palazzo Vecchio", e quando
Firenze divenne Capitale d'Italia dal 1865 al 1871, fu sede del Parlamento.
Poche modifiche esterne sono state fatte nei sette secoli di vita del
Palazzo, ma all'interno ha cambiato più volte aspetto; alla fine
del 1400 Savonarola, allora al Governo, fece costruire il famoso salone
dei 500, dove poter radunare il popolo deliberante. Più tardi,
sotto il comando di Cosimo I, il Vasari trasformò il medesimo salone
nel trionfo del Principe, con gli affreschi delle vittorie Fiorentine
sulle città Toscane. Nel 1454 Michelozzo trasformò l'austero
cortile medievale del Palazzo nei modi del primo Rinascimento; il Vasari
cento anni dopo lo arricchì di stucchi dorati e affreschi con le
immagini delle principali città dell'Impero Asburgico, in onore
di Giovanna d'Austria, moglie di Francesco De'Medici. Al centro del cortile
c'è una piccola fontana, il Putto con Delfino, (ora in copia) del
Verrocchio, posto su una vasca di porfido di Francesco Ferrucci. Nel 1550
circa il Duca Cosimo I abitò il Palazzo insieme alla sua famiglia,
e così lo fece adattare alle sue necessità dal Vasari che
creò stanze di rappresentanza e stanze per la famiglia, facendosi
affiancare da numerosi artisti dell'epoca.
Non potendo descrivere tutte le bellezze artistiche racchiuse in Palazzo
Vecchio, ci limitiamo a citare, oltre al Salone dei Cinquecento, Lo Studiolo
di Francesco I, stanza di una suggestione incredibile, dalla forma a cassapanca
fiorentina, senza finestre, totalmente affrescata da vari artisti, dove
Francesco I dedicava molto del suo tempo agli studi scientifici.
La Sala dei Gigli, con un bel portale d'ingresso e il soffitto a cassettoni,
opere di Benedetto e Giuliano da Maiano, al suo interno vi è stato
posto l'originale del gruppo bronzeo di Donatello Giuditta e Oloferne,
fatto su commissione di Cosimo il Vecchio; questa sala è decorata
con gigli oro in campo azzurro (da qui il nome), che non sono,come si
può pensare, simbolo di Firenze, ma sono i gigli Francesi degli
Angiò, protettori della parte Guelfa.
La Sala delle Udienze, un tempo formava insieme alla Sala dei Gigli
un unico grande locale, ed era adibita alle riunioni dei Priori ed alle
sedute del Tribunale. L'artista Giuliano Da Maiano ha decorato sia il
soffitto a cassettoni con lo stemma del popolo Fiorentino; gli affreschi
di questa sala sono stati eseguiti dal Salviati.
Oggi Palazzo Vecchio è sede del Comune di Firenze e la parte più
preziosa, non adibita ad uffici, è visitabile.
Fotografia di Sandro Santioli
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