Abitanti
nel 1991: 4.014
Il
comune di Capalbio si estende per 187,60 kmq in una zona di collina litoranea
all'estremità meridionale della Maremma toscana. Originariamente
incorporato al territorio di Manciano, dal 1843 passò a far parte
della comunità di Orbetello. Si è costituito in comune
autonomo nel 1960. Citato per la prima volta nel 1161 in un privilegio
di papa Alessandro III a favore dell'abbazia romana di Sant'Anastasio
alle Tre Fontane, Capalbio seguì, al pari di Orbetello, le vicende
del patrimonio dell'ente religioso e, successivamente, di quella parte
della contea aldobrandesca che fu soggetta, nel corso del XIII secolo,
alle contrastanti influenze politiche di Siena e di Orvieto.
Agli inizi del Trecento il castello era sotto il dominio di una famiglia
signorile locale (forse discendente da un Guido di Capalbio citato in
un atto del 1203), che nel 1315 si alleò con gli orvietani contro
gli Aldobrandeschi di Santa Fiora e i Baschi di Montemerano. Venuta meno
l'autorità politica di Orvieto, Capalbio fu concessa dagli Aldobrandeschi
di Santa Fiora alla repubblica di Siena tra il 1339 e il 1345, ma cadde
in seguito sotto il dominio degli Orsini. Con la campagna militare
del 1416 fu conquistata definitivamente dai senesi, cosicché la
sua storia risulta legata alle sorti successive della repubblica. Durante
la Resistenza si formò a Capalbio la cosiddetta «Banda Armata
Maremma», che operò nella zona e liberò il comune il
13 giugno 1944.
Da vedere:
Il borgo murato, di epoca medievale, ancora integro. Palazzo
Collacchioni, del primo 1900, fu eretto sui resti della Rocca
Aldobrandesca. Oratorio della Provvidenza fuori le mura,
chiesa rinascimentale preceduta da un portichetto, ha al suo interno
un’interessante cappella affrescata. S. Nicola, arcipretura
del XII-XIII secolo, ha l’interno affrescato. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici |