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Castiglion Fiorentino

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Abitanti nel 1991: 11.410

Il territorio comunale di Castiglion Fiorentino, nella Val di Chiana, si estende per un'area di 111,25 kmq comprendendo il piano alluvionale del canale della Chiana e una zona collinare tra i poggi che separano la Val Tiberina dal fondovalle percorso dalla statale umbro-casentinese. Centro feudale, poi libero comune, quindi podesteria, divenne una comunità nel 1774.

Ricordato per la prima volta nel secolo X con il nome di Castiglione, era in origine un feudo dei marchesi di Monte Santa Maria; solo verso la fine del XII secolo dovette essergli aggiunto l'appellativo di «aretino», per indicare la sua appartenenza alla diocesi di Arezzo, pur rimanendo il castello sotto la diretta autorità dell'impero, come è provato da un diploma dell'imperatore Enrico VI nel 1196 e di Federico II nel 1225. Già in quegli anni Castiglione pare si reggesse di fatto a libero comune con un proprio distretto stipulando trattati e convenzioni, quale quella del 1198 che prevedeva comunque in cambio di pace e di protezione da parte degli aretini il pagamento di un testatico annuo per gli uomini di Castiglione. Se in conseguenza della battaglia di Montaperti si aggravò l'ingerenza di Arezzo ghibellina sul centro, dopo quella di Campaldino nel 1289 Firenze si assunse il ruolo di interessata protettrice, inviandovi un presidio militare stabile e podestà fiorentini. Nel 1303, gli aretini con il vescovo Guido Tarlati riuscirono a riconquistare il castello e il fratello Pietro Saccone Vi governò con la carica di Vicario imperiale dal 1313, fino a quando Castiglione, nel 1336, tornò sotto il dominio di Firenze. Nel 1343, dopo la cacciata del duca d'Atene da Firenze, i reggenti fiorentini allora in carica vendettero Castiglione a Pier Saccone dei Tarlati per 7.000 fiorini; ma di lì a poco se ne insignorirono i perugini che lo tennero sino al 1370, quando papa Urbano V pose il castello sotto la diretta giurisdizione della Santa Sede.

Castiglione assunse definitivamente il nome attuale nel 1384, quando passò con tutto il territorio di Arezzo sotto il dominio della repubblica fiorentina. Saccheggiato nel 1409 dalle truppe di Ladislao di Durazzo, in guerra contro Firenze, e per ciò parzialmente rifuso dal governo della dominante con sgravi fiscali, nel 1432 acquistò da questa il lago di Brolio. Gravi danni soffrì di nuovo nel 1452 per la permanenza nel territorio delle truppe di Alfonso re di Napoli in guerra contro Firenze; e altri episodi bellici segnarono la storia di Castiglione: dopo una rivolta dei castiglionesi contro il governo fiorentino nel 1502, nel 1529 resisté a lungo prima di cedere per inganno alle truppe imperiali di Carlo V e nel 1554, durante la guerra che portò alla capitolazione di Siena, cadde momentaneamente in mano delle forze antifiorentine guidate dall'esule Piero Strozzi. Da allora seguì le sorti generali dello stato mediceo, segnalandosi peraltro come uno dei più importanti centri del territorio aretino anche sotto l'aspetto culturale, come dimostra una piccola schiera di castiglionesi illustri anche fuor di patria vissuti nel XVII e nel XVIII secolo.

Da vedere:
La Piazza Centrale, di impronta rinascimentale è abbellita dalle “Logge del Vasari” del XVI sec. Decorate con stemmi in pietra o in terracotta di commissari e podestà, e da un antico affresco. Di fronte alle Logge si erge il Palazzo Comunale, del 1500, rifatto poi nel 1935.
Pinacoteca Comunale, ospitata dal 1991 nell’antico Cassero (XI-XII sec.), è una ricca raccolta di opere provenienti dalle chiese locali. L’edificio comprende la Chiesa di S. Angelo, inclusa nel percorso museale, dove, oltre a dipinti dal Ducento al Quattrocento si possono ammirare tre capolavori dell’oreficeria medievale.
S. Lazzo in S. Stefano, ex chiesa, l’edificio risale al 1350 ed ha l’interno interamente coperto di affreschi.
Pieve a Rétina, costruita su un primo impianto del sec. XII-XIII, ha forma rinascimentale con l’interno a tre navate.
Castello di Montecchio Vesponi, posto sulla strada che collega Castiglion Fiorentino a Cortona, fu donato da Firenze al capitano di ventura Giovanni Acuto dopo la battaglia di Campaldino.

Parte storica riprodotta su autorizzazione della Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli

 
 
 
   
 
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