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Gavorrano

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Abitanti nel 1991: 7.951

Il territorio del comune di Gavorrano si estende per 164,04 kmq in una zona collinosa nella Maremma nordoccidentale. Originatosi da una podesteria medievale, comprendeva entro i confini della sua comunità anche Vetulonia e Tirli, aggregati nel 1832 alla nuova comunità di Castiglione della Pescaia, e Scarlino, staccatosi nel 1960 per formare un comune autonomo.

La prima attestazione storica di Gavorrano risale al 1164, quando l'imperatore Federico I Barbarossa confermò ai conti Alberti di Mangona, con un suo privilegio, il possesso sul castello. Verso la metà del XII secolo, con la morte del conte Rainaldo degli Alberti, questo passò per successione ai conti Pannocchieschi del ramo di Elci, sotto il cui dominio fu temporaneamente occupato, nel 1271, dai fuorusciti ghibellini di Siena. In seguito i Pannocchieschi sottomisero il castello all'autorità del comune di Volterra, ma vendettero anche una parte dei loro diritti ai Malavolti di Siena. Nel Trecento si esercitarono sul territorio i contrastanti tentativi di egemonia dei massetani e dei senesi: e i primi riuscirono ad acquisirne il dominio tra il 1328 e il 1329; ma pochi anni più tardi, con la subordinazione di Massa alla repubblica di Siena (1335), Gavorrano entrò decisamente nell'orbita politica di quest'ultima. Fino al 1465, tuttavia, furono i Malavolti che, con alterne vicende (nel 1390 Gavorrano passò momentaneamente in accomandigia alla repubblica di Firenze e nel 1450 fu occupata dalle truppe di Alfonso d'Aragona, re di Napoli), mantennero l'effettivo controllo del castello. Successivamente la comunità seguì le sorti della repubblica senese. Di interesse storico sono anche Giuncarico, Castel di Pietra e Ravi, nel corso del Medioevo inclusi nella contea aldobrandesca ma sottoposti al dominio diretto della consorteria dei Pannocchieschi. Durante la Resistenza operò nella zona la formazione partigiana del «gruppo Tirli», che l'11 giugno 1944 occupò il centro abitato. A Gavorrano è nato lo scrittore e patriota Giuseppe Bandi (1834-1894).

Da vedere:
S. Giuliano, parrocchiale del 1300, ampliata e rimaneggiata nei secoli successivi, custodisce una preziosa Madonna col Bambino di Giovanni di Agostino.

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