Abitanti nel 1991: 2.782
Il
comune di Scarlino si estende per 88,38 kmq in una zona di collina litoranea
della Maremma nord-occidentale. Formava in epoca moderna, assieme a Buriano
(attuale frazione di Castiglione della Pescaia) e al territorio di Follonica,
una comunità del principato di Piombino. Nel 1833 il suo
territorio fu aggregato alla comunità di Gavorrano. Dal 1960
forma nuovamente un comune autonomo.
La prima menzione storica della località figura in un documento
del 973, con il quale il marchese Lamberto, figlio di Ildebrando
degli Aldobrandeschi, alienava, tra le altre, la curtis di Scarlino.
All'inizio del XII secolo altri documenti attestano che Scarlino era divenuto
un importante castello, seppure con una posizione istituzionale complessa:
ceduto in parte dalla contessa Matilde di Toscana a un nobile Ranieri,
fu da questi donato nel 1108, per atto testamentario, al vescovo di Roselle.
Nel 1162 gravitava già nell'orbita politica pisana, ma da un privilegio
dell'imperatore Federico I si apprende che due anni più tardi,
nel 1164, sul castello avevano acquisito diritti i conti Alberti di Mangona,
e tra il 1209 e il 1231 il nome di Scarlino ricorre più volte nelle
vicende di successione e di divisione patrimoniale di questa famiglia
comitale. Nel 1233 fu acquistato, insieme ad altri castelli della zona,
dagli Aldobrandeschi. Alla metà del secolo Scarlino venne coinvolto
nei contrasti tra Guglielmo Aldobrandeschi e il comune di Siena, finché
nel 1278 fu venduto dal figlio di Guglielmo, Ildebrandino detto il Rosso,
a Pisa. Rimase sotto il dominio pisano (nonostante gli Aldobrandeschi
del ramo di Santa Fiora continuassero a vantarvi diritti) fino alla costituzione
della signoria piombinese degli Appiani. Del piccolo stato litoraneo seguì
le sorti successive (istituzione del principato nel 1594, passaggio ai
Ludovisi nel 1634, ai Buoncompagni nel 1706, e infine alla sorella di
Napoleone, Elisa Baciocchi). Nel 1815, con il congresso di Vienna,
venne incorporato nel granducato di Toscana. Il granduca Leopoldo
II di Lorena intraprese, nel 1830, opere di bonifica per prosciugare
il «padule» di Scarlino e già nel 1841 il Salvagnoli
Marchetti, medico ispettore della provincia di Grosseto, poteva scrivere:
«...diminuiscono i laghi di Scarlino e Piombino, i più grandi
e più nocivi centri di infezione...». Durante la Resistenza
operò nella zona la formazione partigiana del «gruppo Tirli»,
che il 10 giugno 1944 occupò l'abitato.
Da vedere: Palazzo Comunale, di impianto duecentesco,
è sovrastato dalla torre del seicento. La Rocca,
di cui rimangono imponenti resti insieme alle mura, anch’esse
parzialmente conservate. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e Giuridici |