Abitanti nel 1991: 12.879
Situato
su un contrafforte collinare tra le valli dell'Era e del Cecina, il territorio
comunale si estende per 252,85 kmq, in una zona caratterizzata da fenomeni
di erosione (balze). Comune leopoldino, nella sua estensione attuale
ha però subito delle diminuzioni territoriali nel 1869 e nel 1929.
Fondata dagli etruschi, Volterra fu una delle dodici lucumonie dell'Etruria
e, soprattutto a partire dal IV secolo a.C., un ricco centro economico
e commerciale. Nel sistema difensivo etrusco, di fronte alla pressione
romana da sud, all'avanzata dei galli nella regione emiliana, alle incursioni
delle popolazioni liguri, la città divenne la più importante
base strategica della valle inferiore dell'Arno. Risalgono a questa
età i resti imponenti delle mura, i reperti templari, le vaste
necropoli suburbane di Badia, del Portone, di Ulimeto. L'influenza politica
e culturale del centro urbano si estendeva su tutto il territorio compreso,
approssimativamente, tra il fiume Pesa, l'Arno e il Mar Tirreno. Sottomessa
definitivamente a Roma intorno al 260 a.C., Volterra costituì
un cospicuo municipio dotato di larga autonomia. Verso la fine della seconda
guerra punica (205 a.C.) troviamo i volterrani fra gli otto popoli della
disciolta dodecapoli etrusca che inviarono frumento, armi, attrezzature
navali al console Publio Cornelio Scipione. Nella guerra civile tra
Mario e Silla la città subì un lungo assedio (82-80
a.C.), la conquista e dure rappresaglie da parte dei sillani. Con l'ordinamento
territoriale augusteo essa costituì uno dei municipi della VII
Regione, l'Etruria. Nonostante alcune notevoli opere pubbliche e residenziali
portate a termine soprattutto per impulso di alcune potenti famiglie locali
inserite nella società romana, Volterra non ebbe tuttavia una posizione
di grande rilievo fra le città sottomesse a Roma, e tagliata
fuori dalle due grandi vie di comunicazione, l'Aurelia e la Cassia,
vide anche ridursi il numero dei suoi abitanti. Dominata dai longobardi
dalla fine del VI secolo fino al 774, fu sottomessa poi ai franchi. Nel
secolo X, nel corso della lotta tra Berengario I, re d'Italia, e Alberto,
marchese di Toscana, fu quasi completamente distrutta; la ricostruzione
che seguì vide il sorgere del primo nucleo dell'attuale struttura
urbana.
Dall'XI
secolo fu governata dai vescovi, la cui autorità si appoggiava
anche sul riconoscimento dell'imperatore, mentre il territorio extraurbano
restava nelle mani di signori locali. Tra queste due forze antagonistiche
andò delineandosi a partire dalla metà del XII secolo il
ruolo del comune, che, dopo duri conflitti con il vescovo, riuscì
a imporre nel 1193 il suo primo podestà. Sotto il regime comunale
il volto della città si trasformò: venne infatti edificata
una nuova cinta muraria, costruito il palazzo del Popolo (poi dei Priori),
sistemata la piazza dei Priori, terminato il Duomo. Volterra mantenne
la propria indipendenza, salvo un breve periodo di dominazione fiorentina
nel 1254, e la propria condizione di libero comune fino al 1340,
quando divenne signoria della famiglia Belforti, cacciata nel 1361
per aver tentato di vendere la città ai pisani. A quest'epoca si
affermò durevolmente l'egemonia diretta di Firenze, di cui
gli stessi signori avevano chiesto l'aiuto, che divenne vero dominio dopo
i tumulti antifiorentini del 1427. Ribellatasi nuovamente nel 1471, Volterra
fu riconquistata l'anno dopo a prezzo di un grave saccheggio dai fiorentini,
fortemente interessati a controllare lo sfruttamento delle miniere
di sale, di zolfo, di vetriolo e di allume, di cui era ricco il territorio
volterrano.
Nella nuova realtà dei rapporti istituzionali la città
venne lentamente assumendo una funzione economicamente subalterna e politicamente
sempre più marginale, testimoniata dal declino della popolazione
e dall'allontanamento di molte famiglie nobili. Una inversione di questa
tendenza si ebbe solo nel Settecento, quando la nuova dinastia regnante
dei Lorena creò nuovi stimoli all'economia locale liberalizzando
l'esportazione dei prodotti agricoli e migliorando la rete dei collegamenti
con il mare e l'interno. Divenuta comunità autonoma nel 1779
con la riforma di Leopoldo I, nel 1799 fu agitata da contrasti interni
fra seguaci della rivoluzione francese e restauratori. Dopo il dominio
napoleonico (1808-1814), è stata riannessa al granducato fino all'unità
d'Italia. Centro attivo del movimento anarchico e roccaforte socialista
fino al 1919, ha sviluppato una forte organizzazione clandestina antifascista.
L'attività partigiana, iniziata nel 1943, si è rafforzata
soprattutto dopo la formazione, nel maggio 1944, della XXIII brigata,
che raccolse tutte le forze della zona. In poco tempo quest'ultima occupò
tutto il retroterra volterrano costringendo i tedeschi a ritirarsi alla
fine di giugno, dopo numerose rappresaglie. A Volterra ha sede uno
dei più importanti musei etruschi d'Italia.
Da vedere: Piazza dei Priori, questo vasto spazio
risale al 1200 e forma uno dei più rappresentativi ambienti
urbani dell’età medievale. E’ completamene circondata
da antichi ed eleganti palazzi a torre, in parte originali, in parte
rifatti. Palazzo dei Priori, si affaccia sull’omonima
piazza; iniziato nel 1208, è il più antico palazzo comunale
della Toscana. Palazzo Pretorio, posto di fronte al Palazzo
dei Priori, è un vasto ed elegante edificio. Si compone di
diverse strutture duecentesche, dominate dalla torre del Podestà.
Palazzo Vescovile, si trova anch’esso in Piazza dei Priori.
Inizialmente adibito a granaio pubblico, fu trasformato nel 1472 a
residenza vescovile. Pinacoteca e Museo Civico, tra i tanti
capolavori esposti in questo ricco museo, si ricorda la suprema opera
del cinquecentesco Rosso Fiorentino: Deposizione dalla Croce.
Museo Etrusco Guarnacci, ospitato dal 1877 nell’elegante
palazzo Desideri-Tangassi, vi sono raccolti numerosi ed interessantissimi
reperti, tanto da farne una delle più importanti raccolte etrusche
italiane. Area archeologica Vallebuona, dove si possono
ammirare i suggestivi resti (dal IV sec. a.C.) del teatro romano e
dell’edificio termale. Il Duomo, consacrato nel
1120, fu ampliato e trasformato nei secoli successivi. L’interno
cinquecentesco, è a croce latina a tre navate. Il soffitto
a cassettoni con busti di santi è opera di Jacopo Paolini.
Tra le tante opere d’arte presenti, spicca la Deposizione, gruppo
policromo ligneo del 1228. Battistero, posto di fronte
al Duomo, è a pianta ottagonale. L’interno conserva un
mirabile fonte battesimale di Andrea Sansovino. |
Parte storica riprodotta su autorizzazione della
Regione Toscana - Dipartimento della Presidenza E Affari Legislativi e
Giuridici
Fotografia di Sandro Santioli |