'insediamento
dei frati Domenicani di Santa Maria Novella fu contemporaneo e geograficamente
simmetrico, all'insediamento dei Francescani di Santa Croce.
Dal 1221, quando i Domenicani ottennero la chiesa di Santa Maria
delle Vigne, allora fuori le mura, dettero origine al complesso
conventuale di Santa Maria Novella, iniziandone i lavori nel 1245
circa.
L'edificazione della chiesa venne affidata a due frati architetti:
Ristoro da Campi e Sisto da Firenze, i quali nel 1279 ne iniziarono
la costruzione, terminata nel 1325 sotto la direzione di Frà
Jacopo Talenti, che ne costruì anche il campanile.
La facciata della chiesa fu finanziata (come si vede dall'iscrizione
che campeggia sulla stessa) da Giovanni Rucellai, che incaricò
per l'esecuzione Leon Battista Alberiti, il quale portò a
compimento, nel 1470, un'originale armoniosa copertura, fusione
di antico gotico e novità rinascimentale, utilizzando i colori
classici dei marmi bianco e verde.
L'interno della chiesa è ricco di opere d'arte e affreschi,
il bellissimo pulpito fu disegnato dal Brunelleschi.
Fanno parte del complesso di Santa Maria Novella, il convento con
il chiostro grande e il particolare chiostro verde, gli omonimi
Museo, Farmacia e la vastissima piazza dove si affaccia la chiesa.
Questa chiesa fu protagonista e spettatrice di fatti memorabili:
da qui passarono San Tommaso d'Aquino, Santa Caterina da Siena,
Papa Marino V, che la consacrò durante il suo soggiorno e
vi dimorò per molto tempo; il Papa Eugenio IV, presente all'importante
Concilio di Firenze del 1439. Nel cinquecento il Granduca Cosimo
I fece alloggiare nella Sala del Capitolo, gli spagnoli al seguito
di sua moglie Eleonora di Toledo, da allora la sala prese il nome
di Salone degli Spagnoli.
In Santa Maria Novella ebbe anche sede il Tribunale dell'Inquisizione.
Come le altre importanti chiese, anche Santa Maria Novella permise
alle grandi famiglie fiorentine di avere le loro cappelle, che furono
affrescate da eccellenti artisti.
La piazza, abbellita da due obelischi, dal cinquecento all'ottocento
fu teatro della popolare "corsa dei cocchi"; nel 1933
fu parzialmente trasformata in giardino, con aiuole triangolari,
al centro vi fu posta una vasca marmorea circolare.
Inizialmente la piazza venne usata dai frati per le loro prediche,
poi vi furono tenuti spettacoli di carattere religioso e, al tempo
dell'inquisizione vi vennero esposte le persone giudicate colpevoli
di eresia o stregoneria.
Il nome di Santa Maria Novella è stato dato anche alla maggiore
stazione ferroviaria di Firenze, adiacente alla chiesa.
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