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Grosseto e la Maremma

Maremma amara. Così un antico canto della tradizione toscana segna la zona della provincia grossetana che forma la parte più meridionale della regione. Una zona aspra, segnata per secoli dalle febbri malariche, da un tenore di vita ai limiti della sopravvivenza. Dante in una sua quartina scriveva "Non han si aspri sterpi né si folti quelle fiere selvagge che in odio hanno tra Cecina e Corneto i luoghi colti". Ma forse proprio da questo si origina la bellezza di un territorio che non ha pari.

Il vento, il mare, i monti, il sole sembrano mescolarsi e dare a questa estrema propaggine toscana il gusto del selvaggio. La Maremma è in effetti uno dei territori meno popolati d'Italia, con ampie zone lasciate come terreno proprio di fauna e flora, che sembrano essere, anche fuori dai suoi confini, naturale prolungamento al Parco dell'Uccellina. Un terreno che, sebbene segnato dalla grande bonifica, che ha trasformato in campagna quello che un tempo era una putrida e malsana palude, vede una singolare armonizzazione tra la natura, l'uomo e le sue opere. Una bonifica che, iniziata dai Granduchi di Toscana sin dal XVIII secolo, solo nell'ultimo dopoguerra ha visto l'uomo prevalere sulla palude. Ma non era solo il clima e l'ambiente a rendere malfamata la zona: il brigantaggio, unica forma di sopravvivenza in una terra in cui né agricoltura, né altre forme di sviluppo sono state per secoli proponibili, affliggeva le strade ed i borghi della Maremma, rendendoli insicuri ed escludendoli dunque da ogni tragitto ed in pratica isolandoli dal resto del territorio. Forse ancor di più va capito in questo al determinazione dei propri abitanti, che non hanno mai lasciato questa terra, cercando, a costo di grandi sacrifici, di domarla, fin dai lontani tempi degli Etruschi.
L'aspetto storico infatti, insieme con quello paesaggistico, quello folcloristico e quello enogastronomico, sono uno dei motivi del grande sviluppo degli ultimi anni di questa zona, che sta vivendo una nuova era, raggiungendo alti standard anche dal punto di vista ricettivo, senza però finire in quel turismo di massa sfrenato, che allontana dalle varie mete chi cerca in un viaggio pace e tranquillità.

Capoluogo della zona è Grosseto, città giovane, nata la dove un tempo le barche degli etruschi passavano sulle paludi. Nata in pieno medioevo per accogliere gli operai delle saline, si sviluppa lentamente fino a che, sotto i Medici, non venne adeguatamente fortificata.
Significativi gli insediamenti, particolarmente quelli sul mare, come Cala Martina, Cala Violina, Punta Ala, ma soprattutto Castiglione della Pescaia, non possono essere distinti dalla bellezza dell'ambiente incontaminato che le circonda, con il mare che va ad infrangersi in colline che piombano sulla costa, alternando arbusti di macchia mediterranea a pinete avvolgenti.
Per godere di affascinanti camminate lungo itinerari incontaminati, basta salire fino a Monte d'Alma e a Poggio Ballone che raccolgono, in posizione protetta e sopraelevata numerosi borghi e castelli arroccati, quali Scarlino, Gavorrano, Ravi e Buriano, che sembrano riportare indietro con la macchina del tempo, ai bui secoli del medioevo. Questi dominano la così detta Costa Brava, una suggestiva zona dell'Alta Maremma, popolata ed abitata fin dai tempi degli antichi Etruschi che vi fondarono una delle loro città più belle Vetulonia, che insieme a Roselle appare una delle migliori tracce visibili della presenza dei successori dei Liguri Magelli in Maremma. Questa era diventata fiorentissima, visto lo sfruttamento delle vicine miniere di Massa Marittima e la propria fiorente attività marinara.
La cittadina di Massa Marittima, nata come centro minerario per le attività della zona è considerata un esempio di città medievale, e oltre al suo famoso Duomo e altre ricchezza artistiche, ospita il Museo della Miniera.

Follonica, notevole centro turistico, che mescola il divertimento, in particolare del periodo estivo con la bellezza delle foreste alle sue spalle. Mitigata nel vento e nella violenza del mare dallo scudo dell'Isola d'Elba.
Castiglione della Pescaia, il centro principale dell'Alta Maremma, in cui ai conforts di ogni genere si unisce la conservazione del vecchio aspetto di borgo di pescatori, nato ai piedi della bellissima Rocca Aragonese da cui prende il nome. Conteso da sempre per il suo valore, conserva nei suoi pressi il Padule di Diaccia e Botrona, uno dei punti più famosi in Italia per il patrimonio ornitofaunistico.

Per concludere il giro nell'Alta Maremma, non si può non fare una puntata ai piedi della Rocca di Scarlino, ultima propaggine delle colline metallifere, circondata dalla bellezza della flora circostante, ed in particolare dal passaggio da sughere e macchia mediterranea ai vicini castagni secolari di Tirli, ideali per ampie passeggiate ed intere giornate nella natura. Ma se la Maremma merita un viaggio in tal senso è per la zona a sud di Grosseto, che raccoglie il Parco Naturale della Maremma o dell'Uccellina, dal nome dei Monti che ne compongono la parte principale del territorio. I due ingressi al parco, quello di Talamone e quello di Alberese, sono due porte per un mondo diverso, quasi irreale, a due passi dalle comodità moderne.

Dalle placide rive della foce dell'Ombrone, sul quale si incontrano ancor oggi i "Butteri", i classici mandriani maremmani, si risale fino nell'interno dove, oltre ai bovini, pregiati per una produzione di latte e carne di alta qualità, si cominciano ad incontrare cinghiali, caprioli, daini, tassi e volpi, ma soprattutto è facile seguire il volo di anatre, folaghe e di rapaci quali poiane, gheppi o falchi pellegrini e nella notte allocchi e barbagianni. Il comprensorio è infatti scelto dai volatili quale fissa dimora, ma in particolare è sede di tappa dei migratori che scendono in quest'oasi per riposarsi e nutrirsi nel corso del lungo volo stagionale. Notevole anche la flora, caratterizzata da palme nane, di piante arbustive che crescono sulla sabbia, dal lentisco, dalla dafne, oltre che dai pini, spontanei o trasferiti per proteggere l'ambiente da nuovi impaludamenti e frane.
Ma non si può dimenticare, anche in quest'area della Maremma, l'importanza del lavoro e delle costruzioni dell'uomo, che si incontrano a Fonteblanda, a Talamone, ad Alberese, che trovano il loro principale coronamento nella bellissima abbazia di San Rabano, costruita dai benedettini e quindi passata ai Cistercensi.
Nel viaggio in Maremma non si può tralasciare una visita di qualche giorno all'Argentario, una sorta di "Isola abbracciata alla terra". Un'area dove la bellezza di un promontorio si unisce a quello della laguna, dove accanto alle nuove costruzioni che rendono l'Argentario una delle zone più belle ed in della costa toscana, si osserva una notevole salvaguardia ambientale che, come detto, è il fiore all'occhiello maremmano.

Ad Orbetello ci si trova singolarmente stretti in un abbraccio tra terra ed acqua, che neanche il peggiore periodo della malaria ha spezzato, rendendo la laguna racchiusa dalle due strisce di terra uno spettacolo unico, meglio godibile con una escursione a Punta Telegrafo, da cui, oltre ad un'ampia visione dell'entroterra, si riesce, nelle giornate serene, a vedere sino all'Isola d'Elba.

Ai confini col Lazio, spicca superbo il borgo incantato di Capalbio, che richiama le atmosfere di corti ricche e vita tranquilla, immerso nella macchia di corbezzolo. Fin Dai tempi dei romani la zona ha avuto l'onore di essere eletta quale sede di ristoro per gli imperatori, che qua venivano a trascorrere le loro estati, lontani dal caldo romano.

Infine la quarta zona in cui si può suddividere la Maremma: quell'entroterra famoso per il passato etrusco e per i tufi. Una zona in cui paesi che sembrano un autentico museo all'aperto sembrano nascere dalla friabile roccia calcarea. Manciano, Vulci, Sovana e la sorprendente Saturnia meritano una puntata nell'interno.
Nel mezzo a paesi abbarbicati su gli speroni di tufo, sorge la straordinaria Vitozza, centro rupestre tra i più importanti in Italia, con grotte di notevole valore che si perdono, dopo il loro progressivo abbandono, nella macchia locale.
Ma è a Saturnia che si può concludere adeguatamente il proprio viaggio in Maremma, con un tranquillo bagno nelle calde acque sulfuree, che compongono la struttura delle terme, ma che sono fruibili anche gratuitamente, a 37 gradi costanti, nel vicino Gorello, che culmina in una bellissima vasca ricca di vapori e spruzzi.

Andando verso il Monte Amiata, troviamo la cittadina di Pitigliano, edificata sul ciglio di una rupe e circondata da vigneti, mostra l'assetto di un luogo fortificato. Il paese è di origine antichissima e subì diverse dominazioni. Il paese è noto anche per aver ospitato per molti secoli una numerosa e prestigiosa comunità ebraica.

Come tradizione culinaria in Maremma troviamo la tipica acquacotta, una saporitissima minestra fatta con cipolla, verdura, olio, pomodoro, uovo e pane abbrustolito, il locale pecorino, frutto dei tanti allevamenti, il latte fresco, il cinghiale, realizzato nelle più varie forme, autentica prelibatezza, il tutto annaffiato dall'ottimo Morellino di Scansano, saranno giusto companatico a quell'eccezionale zona nascosta dietro al cupo appellativo di Maremma amara.

Picture by Sandro Santioli

 
 
 
   
 
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