Nel medioevo c'erano tre importanti pellegrinaggi: Quello verso Gerusalemme,
quello a Santiago di Compostela ed infine quello verso le tombe degli
apostoli Pietro e Paolo (ad limina Apostolorum ) che si trovano a Roma.
Mille anni dopo, durante questo Giubileo, tantissimi pellegrini cattolici
ripercorreranno l'antica via detta Romea o Francigena.
La via Francigena (ovvero "strada originata dalla Francia"),
nel collegare il Nord Europa alla città santa , dopo aver attraversato
la pianura padana giungeva in Lunigiana e quindi in Toscana, attraverso
il valico della Cisa ("per Alpen Bardonis Tusciam Ingressus"
- Paolo Diacono, Historia Langobardorum, Libro 5, Cap. 27) , detto appunto
passo di Monte Bardone, da "Mons Longobardorum". Poi lambiva
l'estremo lembo meridionale della Liguria ( provincia di La Spezia), dopo
aver toccato Pontremoli e Aulla, negli abitati di Santo Stefano, Sarzana
, Luni e prima di inoltrarsi definitivamente nel cuore della Tuscia. La
bassa Val di Magra, attraversata da questa grande arteria, costituiva
nel Medioevo un importante snodo stradale: dalla Francigena si dipartivano
infatti numerose strade secondarie che raggiungevano la Val di Vara e
l'interno della costa, fino a Genova. Nel golfo vi erano poi gli approdi
non secondari di Portovenere e Lerici, oltre che il porto fluviale di
S. Maurizio dal quale partivano le navi che conducevano, lungo la costa
tirrenica, i pellegrini che si recavano verso San Jago di Compostela,
ambita meta di pellegrinaggio per tutti gli italiani antichi. Continuando
invece in direzione di Roma, si perveniva alla prima vera città
della Francigena toscana: Lucca.
Oltrepassato l'Arno ed una zona paludosa nei pressi d'Altopascio, sotto
l'attento occhio dei Cavalieri del Tau, ospedalieri che dovevano mantenere
un traghetto per l'attraversamento del fiume, si proseguiva nella Valdelsa
per arrivare a Siena ed infine ai monasteri regi di San Antimo in Valdorcia
e San Salvatore, antichi insediamenti monastici prettamente francesi (il
primo) e tedeschi (il secondo), situati alle pendici dell'Amiata. Oppure
si prendeva per Contignano (l'antica Mala Mulier) per arrivare presto
alla rocca di Radicofani. Superato il confine con il Lazio, la via Francigena
si dirigeva verso i tufi dei tre grandi vulcani laziali: Volsino, Cimino
e Sabatino.
Questi si differenziano nettamente dal Monte Amiata, sia per il loro aspetto
morfologico esterno più dolce, sia per la presenza degli ampi crateri
occupati dai bellissimi laghi di Bracciano, Vico e Bolsena. A quel punto
la strada per la Città Eterna era ormai più poca cosa.
Testo tratto dal pratico libro tascabile: "Guida
alla Via Francigena 1000 anni dopo" di Claudio e Gianfranco Bracci - Naturarte, Firenze
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La guida bilingue (italiano-inglese) riporta ogni informazione necessaria
per la percorrenza e l'accoglienza turistica lungo l'itinerario
di pellegrinaggio dalle Alpi a Roma
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