Elemento
caratteristico della bacca sono le costole, le cui pareti spesso rientrano
anche di molto all’interno del frutto, dando origine alla tipica
conformazione da cui prende il nome questo ortaggio. La polpa interna,
omogenea e abbastastanza consistente, è molto rossa, succosa, saporita
e aromatica. La bacca è ottima per il consumo fresco, ma si presta
bene anche alla preparazione di sughi (previa scottatura e spellatura).
Seminato nel periodo marzo-aprile in semenzaio, viene messo a dimora
ai primi di giugno; la maturazione dei frutti avviene da metà agosto
in poi. La pianta è ad accrescimento indeterminato. La potatura
verde è sconsigliabile per non ridurre ulteriormente la biomassa
e quindi la produzione unitaria, scarsa di per sé; altrettanto
poco indicata è la somministrazione di fitoregolatori, viste le
semine tardive.Per la coltivazione tale varietà richiede terreni
di buona fertilità e abbondante irrigazione. La produzione è
elevata e continua fino ai primi freddi autunnali. Pur essendo sensibile
a malattie fungine, pochi trattamenti a base di rame riescono a scongiurare
danni gravi. Per quanto riguarda i fitofagi, il pomodoro costoluto fiorentino
resiste bene sia agli afidi, sia al ragno rosso. La sua rusticità
infine permette una buona resistenza alla fusariosi e alla verticillosi.È
soggetto ad attacchi peronosporici, pertanto la coltura va seguita ed
effettuati gli eventuali trattamenti. La raccolta si fa a mano, riponendo
i pomodori in cassette. La conservazione avviene in locali coperti e ben
aerati allo scopo di prevenire lo svilupparsi di muffe che nuocerebbero
all’intera produzione. Per la produzione del seme si individuano
le piante più belle e si scelgono i frutti migliori dei primi palchi,
che vengono fatti maturare sulla pianta. I semi si lasciano asciugare
nel succo gelatinoso che ne inibisce la germinazione. Successivamente
si conservano in ambienti asciutti.
La polpa del pomodoro costoluto ha un sapore e una tale consistenza da
favorirne il consumo sia fresco in insalata sia trasformato in conserve.
La tecnica colturale, pur potendosi avvalere dei moderni apporti agro-fitopatologici,
non ha subito grosse modifiche, dal momento che la produzione è
a carico di piccoli agricoltori che preferiscono per lo più metodologie
tradizionali, del tutto idonee alla coltivazione di questa varietà.
Si stima un quantitativo annuo di circa 170 q anche se non vi è
la certezza che tale produzione provenga da sementi autoriprodotte o da
ibridi. Nella provincia di Firenze, nei comuni di Reggello, Scarperia,
Figline Valdarno e San Casciano al di Pesa, ci sono alcuni hobbisti che
utilizzano il seme autoriprodotto, ma non è stato possibile stimare
la quantità che viene effettivamente messa in commercio.Nell’aretino,
nei comuni di Montevarchi, Talla, Ortignano-Raggiolo, Castiglion Fiorentino,
sono circa quattordici i produttori di pomodoro costoluto fiorentino;
la loro produzione complessiva è dell’ordine dei 500 q all’anno.
Questa varietà, grazie alle sue qualità organolettiche,
è presente generalmente sui mercati di tutto il territorio toscano.
Territorio interessato alla produzione |
Tutta la Toscana. |
Produzione in atto |
Attiva. |
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