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Tartufo bianchetto della Toscana

Tartufo marzuolo

Il tartufo bianchetto del litorale (Tuber albidum Pico) ha uno strato esterno liscio, di colore tendente al fulvo e una polpa chiara di colore variabile dal fulvo al violaceo-bruno, provvista di numerose venature. Le sue dimensioni sono abbastanza ridotte e di solito non superano quelle di un uovo di gallina. Ha un profumo simile a quello dell’aglio.

Ai sensi della normativa regionale la raccolta è consentita dal 10 gennaio al 30 aprile. Si raccoglie frequentemente lungo le pinete costiere in simbiosi con il pino domestico, in zone collinari interne in simbiosi con querce, pini ecc. ed anche in parchi e giardini in simbiosi con svariate conifere.

L’operazione di raccolta è effettuata con l’ausilio di cani appositamente addestrati e di un particolare strumento, il vanghetto (costituito da un corto e robusto manico di legno alla cui estremità è fissata una piccola vanga di forma variabile). La conservazione dei tartufi avviene in frigorifero, in recipienti chiusi. In Toscana la raccolta dei tartufi è un’attività tradizionale; già alla fine degli anni trenta infatti era presente sul territorio la cultura della raccolta del tartufo. L’esistenza di otto associazioni di raccoglitori mostra l’importanza di questo prodotto nella regione e il suo profondo radicamento nel territorio.

La produzione del tartufo bianchetto è difficilmente quantificabile. Il prodotto viene generalmente venduto dai raccoglitori ai ristoranti della zona o ai negozianti locali.La raccolta dei tartufi ha in Toscana una forte tradizione e questo è dimostrato dal numero di tartufai presenti, riuniti in parte in associazioni di raccoglitori o in consorzi di tutela del tartufo che promuovono la salvaguardia e il miglioramento degli ecosistemi tartufigeni, la gestione delle tartufaie e la valorizzazione del prodotto.A novembre la Toscana è popolata di svariate mostre-mercato del tartufo, organizzate dalle associazioni di tartufai delle diverse zone.

Territorio interessato alla produzione

Tutta la regione e in particolare la fascia litoranea. Ai sensi della normativa regionale (art. 15 L.R. 50/95), al fine di qualificare la produzione, è stata istituita la zona geografica di provenienza del tartufo marzuolo del litorale della Maremma grossetana. L’area di diffusione di questo tartufo non è comunque limitata esclusivamente alla fascia litoranea, dal momento che lo si può trovare anche nelle aree collinari interne.

Produzione in atto Attiva.
Testi ed immagini di proprietà di Arsia e della Regione Toscana riprodotti su autorizzazione.

Fotografia di A. Pensalfini
 
 
 
   
 
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